Archivio Attualità

Pretoriani? No, Berlusconiani

«Se la Cassazione chiuderà il processo Mills, i processi in cui è coinvolto Berlusconi finiranno nel cestino. Del resto, l’avvisaglia di un cambio di strategia da parte di certa magistratura politicizzata c’era già stato. Dal ’94 avevamo assistito all’assalto al fortino, a Berlusconi. Fallito questo assalto ora si attacca intorno al fortino, basti pensare al caso di Guido Bertolaso».
Come sempre Giorgio Stracquadanio, fondatore del combattivo quotidiano online del Pdl il Predellino e spin doctor del premier, ci va giù pesante.
Anche per Di Girolamo vale l’ipotesi dell’assalto che prospetta per Bertolaso?

No, sono due cose diverse. Anzitutto perché Di Girolamo non è un uomo del premier ma viene dall’area di destra del Pdl.  Certo però è innegabile la stranezza di una convergenza mediatico giudiziaria sul Pdl e gli ambienti vicini a Berlusconi che punta a rappresentare il primo partito italiano come un ambiente di corrotti e corruttori. Sa che effetto ha tutto questo? La disaffezione dell’elettorato. Ecco, il piano è quello di allontanare la gente dal voto perché è lì che il centro destra fa giustizia delle manovre e dei colpi di mano dal 1994 ad oggi.
Lei è uno dei promotori dell’iniziativa dei pretoriani…
Se dice pretoriani un’altra volta perdo la pazienza e butto giù il telefono!
Si calmi, ho detto pretoriani. Mica l’ho offesa!
Sì, invece! I pretoriani erano un corpo di difesa dell’imperatore. E qui il leader non ha alcun bisogno di essere difeso. Noi siamo berlusconiani, berluscones se preferisce. E pensiamo che Berlusconi abbia innovato e migliorato il modo di fare politica in Italia negli ultimi sedici anni. Perché dovremmo tornare indietro? Qui tutti pensano al dopo-Berlusconi e non realizzano il presente. Sono tutti affaccendati ad aprire fondazioni…
L’ultima è di Matteoli!
Sì, ma lasciamo stare Matteoli e per favore non facciamo fantapolitica sulla presenza di Fini e Tremonti. Quello che voglio dire è che a forza di voler costruire il dopo si finisce, anche involontariamente, per attualizzare un problema che oggi non c’è. Ma dico, l’ha visto Berlusconi? Le sembra che possiamo porci il problema della sua successione a febbraio 2010?!
Ma insomma, se non siete pretoriani e siete berlusconiani vorrete comunque fare qualcosa. Si dice che lei sia stato convocato a palazzo Grazioli ed encomiato per il lavoro che ha svolto fino ad oggi. È vero che le ha detto «Giorgio vai avanti così»?
Macchè! Berlusconi pensa a governare e lo sta facendo alla grande. E noi berlusconiani -per favore, lo scriva – non siamo l’ennesima formazione o pezzo della galassia pidiellina. Siamo piuttosto –  per definizione – la maggioranza nel partito. E stiamo organizzandoci su tre livelli: un pensatoio, una rete di parlamentari che lavora in modo coordinato e infine i club aperti sul territorio da Mario Valducci, i Club della Libertà. Finora di risultati ne abbiamo raggiunti, i club di Mario crescono come fiori di campo e abbiamo lanciato un segnale forte sul pessimo testo dell’incandidabilità. Un distinguo marcato da 115 deputati è un bell’avvertimento. Non è che glielo lasciamo a loro il Pdl.
Scusi Stracquadanio, “loro” chi? Gli ex An?
Gli altri in genere. Noi ragioniamo al di là del vecchio schema degli ex An ed ex Fi. E poniamo un’alternativa secca: al partito di apparato, opponiamo il partito di programma.
Intanto però si avvicinano le elezioni. Come andranno?

Le elezioni regionali stanno nelle mani dei responsabili delle liste e dei candidati. Poi speriamo che Berlusconi riesca a metterci mano perché ce n’è bisogno. Sicuramente dopo la sentenza della Cassazione, Berlusconi avrà maggior possibilità di movimento. E gli effetti si vedranno!
E di Montezemolo che ha messo in relazione la corruzione con l’assenza di riforme, che ne pensa?
“Nella seconda metà degli anni Ottanta, l’allora amministratore delegato, un Cesarone della finanza, il gladiatore Cesare Romiti, disse a proposito di poco edificanti avventure in Fiat: abbiamo pescato un paio di persone che pretendevano denaro per presentare qualcuno all’Avvocato. Uno dei due l’abbiamo mandato in galera, l’altro alla Cinzano”. Queste dichiarazioni erano in prima pagina su un quotidiano non del tutto clandestino, la Repubblica. Montezemolo, già dirottato alla Cinzano, ammise: ” E’ vero, ho sbagliato, per favorire il contatto con Gianni Agnelli mi sono fatto dare 80 milioni nel cofanetto di un libro vuoto di Enzo Biagi”. Penso di essere stato abbastanza chiaro (da il Clandestino del 26 febbraio).

Riguardo l'autore

vocealta