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Phelps, il cannibale che fuma marijuana

« Mangiare, dormire e nuotare, è tutto quello che so fare. » questo era ciò che diceva Phelps su di lui, ciò che la gente pensava su questo ragazzo di 1,93 m, sul Cannibale di Baltimora, come lo chiamano i suoi fan.
Soprannome che deriva dalla sua fame di vittorie che sazia con 14 ori , di cui 8 solo alle ultime olimpiadi di Pechino, da aggiungere ai 16 vinti ai mondiali di nuoto.
Un mito dunque nella storia del nuoto americano, un mito che ha solo 23 anni, un ragazzo che, come tutti i ragazzi ha le sue debolezze.
Domenica scorsa il News of the World ha pubblicato in copertina, una foto scattata a novembre durante un festino alla University of South Carolina del giovane Michael mentre si dilettava non a mangiare, dormire o nuotare, ma a fumare marijuana .
Testimoni presenti alla festa hanno descritto un’immagine inedita dell’olimpionico: accerchiato da ragazze, impugnando un bongo come se non fosse la prima volta e sentendosi a proprio agio come quando è in vasca.
La foto ha fatto il giro del mondo e sono arrivate subito delle durissime sanzioni dalla federnuoto statunitense che l’ha sospeso per 3 mesi, tagliando anche i supporti finanziari, non perché abbia violato una qualche legge sul doping, ma perché ha rovinato la sua immagine ed ha deluso migliaia di fan.
Il campione ha accettato la sanzione, si sta impegnando a riguadagnarsi la fiducia di tutti ed ha ammesso i suoi errori inviando un comunicato stampa sul suo sito ufficiale in cui si è scusato pubblicamente.
Ma le sanzioni sono arrivate anche da uno sponsor, la Kellog’s che non rinnoverà il contratto in scadenza a fine Febbraio perché il comportamento non è stato in linea con la politica della nota azienda di cereali, che retribuisce a Michael 1750 dollari mensili.
Anche i campioni del nuoto, come quelli del calcio, del ciclismo o di altri sport cadono sempre di più nel divertimento sballato facendo perdere l’immagine che hanno di sé e della loro disciplina.
Perdonare o no questi comportamenti giovanili e inappropriati? Sono giovani, amano divertirsi e come tutti, hanno le proprie debolezze…
Ma per noi sono molto di più, per noi sono dei miti, degli eroi, un esempio che inseguiamo ogni giorno. Noi che piangiamo per un rigore sbagliato o ci commuoviamo per una medaglia olimpica, noi che discutiamo per loro, noi che ci rimaniamo molto male nel vederli cadere in errori “comuni”.

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