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Partita la corsa all’Eliseo

Lasciate alle spalle le elezioni europee del 6 e 7 giugno, Dominique de Villepin e Ségolène Royal hanno dichiarato entrambi di volersi concentrare alle elezioni regionali che si terranno il prossimo anno in Francia.
Dominique de Villepin, ex Primo Ministro francese, ha intenzione, per la prima volta, di candidarsi in prima persona. La lunga militanza all’interno dell’Ump, come uomo istituzionale nonché di fiducia di Jacques Chirac, non lo mise infatti al riparo dai gravosi avvenimenti di rivolta del 2005 e del 2006 su tutto il territorio francese. I primi derivanti dalle condizioni di disagio occupazionale delle periferie, i secondi dal tentativo di introduzione dei CPE, ovvero contratti di primo impiego sul modello dei contratti a progetto italiani, che avevano come scopo quello di dare una risposta alle richieste avanzate dai francesi durante il precedente autunno caldo. Mal compresi, Chirac fu costretto a bloccarne il provvedimento di introduzione, facendo dire addio a de Villepin ai suoi sogni di successione alla Presidenza francese.
Ségolène Royal, da par suo, uscita sconfitta alla fine del 2008 dalle elezioni per la segreteria del partito socialista, ha saggiamente tenuto le distanze da queste ultime elezioni europee, che hanno significato la disfatta della strategia di Martine Aubry. Ora, con la carica di Presidente del consiglio della regione di Poitou-Charentes, ha deciso di provare il proprio rilancio e di scommettere quindi sul radicamento territoriale del Partito Socialista. A suo dire lo stesso che nel 2004 significò la sconfitta, alle medesime elezioni, dell’Ump.
L’obiettivo, celato ma non troppo da parte di entrambi, è tuttavia un altro: le elezioni presidenziali del 2012.
Sia de Villepin che Royal vorrebbero infatti presentarsi come delle valide alternative a quelli che sembrano essere i naturali sfidanti, Sarkozy, Aubry e Bayrou, cercando tutti e due di rinnovare la propria immagine e di proporsi come maggiormente vicini al popolo. La sfida è certamente difficile per entrambi: da un lato infatti proporsi come alternativa a Sarkozy, che gode di un sostegno molto elevato da parte dei cittadini francesi, e controlla l’Unione del Movimento Popolare, sembra significare andare alla morte certa; dall’altro, il disastroso risultato alle elezioni europee del PS nella stessa regione di Poitou-Charentes, governata dalla Royal, da l’impressione di non lasciarle ampio margine di manovra.
Parimenti, la strategia politica che vuole essere messa in piedi è più che altro di attesa, di passo falso del collega di partito, di speranza di una politica claudicante da parte di Sarkozy o di Aubry, e di prontezza nel cogliere l’attimo.
Sarkozy è atteso il 22 giugno a Versailles, quando parlerà davanti al Parlamento riunito per lanciare la seconda fase del suo quinquennio, e dove espliciterà i suoi progetti di riforma ambientale, pensionistica e delle autonomie locali; Martine Aubry ha appena dovuto giustificare, il 9 giugno, la débacle <> del PS davanti al proprio Consiglio nazionale. Forse è meno ardua l’impresa della Royal.

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