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Miracolo a Marassi: la Samp continua a volare

Non solo Cassano e Pazzini. Non solo buona sorte e talento. La Samp è tanto di più. E’ intensità di gioco, compattezza e determinazione. Certo: non manca, come spesso capita in questi casi, il fattore fortuna. E l’effetto miracolo. Con Del Neri (vedi gli anni d’oro del Chievo) cultore del tema ed esperto del settore.
E’ infatti un errore di Curci, estremo difensore del Siena, a sbloccare il risultato su un tiro potente del solito Palombo. Ma da quel momento  i genovesi sono indiscussi  padroni del campo e travolgono i malcapitati con altri tre gol.
Quattro vittorie su quattro, in quel di settembre, non era accaduto nemmeno nei mitici anni di Vialli, Mancini e Mantovani.  Roba da far sognare ed eccitare  anche il più scettico e freddo dei tifosi doriani. Intanto mercoledì si va già  a  Fiorenze a caccia di un’incredibile cinquina. Godendosi il primato insieme alla nuova Juventus schiacciasassi. La Vecchia Signora sembra esser tornata la squadra di un tempo e vince, giornata dopo giornata, con una facilità impressionante.
Dietro arrancano l’Inter (fortunata contro il Cagliari) e il Milan, galvanizzato dalla sigla di champions fatta suonare negli spogliatoi. L’uomo rossonero del momento è quel Clarence Seedorf tanto bistratto ultimamente da critica e pubblico. Il grande vecchio, dopo l’ottima gara di Marsiglia, s’inventa un gol da solo e regala i tre punti a Leonardo contro un Bologna ben disposto in campo a San Siro.

Cade invece il Genoa delle meraviglie a Verona (pagato l’eccessivo turnover), vincono Parma e Bari, neopromosse in grande spolvero.

Risorge nel posticipo la Roma di Totti e De Rossi. A tratti si rivede quella squadra in grado di far divertire tifosi e appassionati. Plauso particolare al capitano. Vittima di ingiustificati attacchi e inutili polemiche, reagisce con una bella doppietta e prenota un posto d’onore nella storia del calcio. Pronto a superare il grande Batigol nella classifica dei marcatori di Serie A di tutti tempi.
Torniamo all’Inter, dove vige il fatidico fattore M. M come un Moratti probabilmente poco soddisfatto per il gioco opaco dei suoi e l’atteggiamento arrendevole (catenaccio al Sant’Elia come col Barcà).  M come il solito Mourinho, protagonista di sceneggiate che gli costano l’ennesima espulsione dalla panca. M come Milito,  che si carica la squadra sul groppone e fa il salvatore della patria. M come Ma quando si decide a giocare come Dio comanda?

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