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Macchiaioli a Montecatini Terme

Normalmente nella stagione invernale c’è un solo motivo per recarsi a Montecatini, deliziosa località dell’entroterra toscano: visitare l’enoteca ‘Da Giovanni’. Un vero sacrario dell’arte culinaria dove gli amanti della vera, buona cucina possono deliziarsi ormai da oltre vent’anni in questo straordinario ristorante. Altra ragione di andare a Montecatini da ottobre ad aprile non c’è. Il clima è pessimo: freddo e umido. Per non parlare degli alberghi. Vecchi e inadeguati. Resta da ammirare, ma solamente come un museo, il Grand Hotel La Pace, dove sono state girate le celebri scene di Ugo Tognazzi in “Amici miei”. E da dove il Conte Mascetti fuggì grazie alla rodata tecnica del “Rigatino”.
Fino al 18 gennaio prossimo, però, c’è un’altra buona ragione per andare a Montecatini. È la mostra “Il nuovo dopo la Macchia”: cento opere provenienti da collezioni pubbliche e private italiane di artisti del calibro di Giovanni Fattori, Cristiano Banti, Telemaco Signorini e molti altri che nella seconda metà dell’800 furono protagonisti di una straordinaria stagione culturale, quella appunto dei Macchiaioli.
La mostra si propone di rappresentare ciò che accadde in Toscana dopo che la “Macchia” aveva rotto gli abituali schemi dell’Accademia artistica.
Il progressivo degradare di una espressività misurata sulle formule cognitive dettate dai canoni classici, la ripresa delle maggiori opere del passato e il lento studio sugli antichi costituirono alcune tappe fondamentali della formazione dei giovani artisti che, in numero sempre crescente, uscirono dal buio degli studi per applicarsi alla rappresentazione del paesaggio, avvalendosi di un inedito procedimento didattico, rivolto – fenomeno assolutamente innovativo – all’analisi del repertorio naturalistico, della luce solare e dell’ambiente della civiltà contemporanea.

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