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“Lo scudetto 2006 ce lo teniamo”

L’eterna lotta tra Juve e Inter ormai da tempo prosegue anche fuori dal campo. L’ultimo capitolo lo ha scritto Julio Cesar al “Chiambretti Night” parlando dello scudetto 2006. “Riconsegnarlo? Con ciò che è accaduto… Da quello che ho sentito penso che la Juve abbia avuto qualche aiutino. Lo scudetto ce lo teniamo. Ci sono state persone, dietro, che hanno lavorato affinché i miei compagni non vincessero”, ha detto il portiere nerazzurro.
“Rispetto i giocatori e i tifosi della Juve, che sono simili a quelli del Flamengo, però penso alle persone che sono all’Inter da più tempo di me e hanno lavorato duramente per vincere il campionato”, ha ribadito.
Julio Cesar ha parlato poi di quella che è la sua epoca. Partendo da Mourinho e Benitez. “Mou è uno che lavora molto sulla psicologia – ha spiegato – . Rafa invece insegna il calcio ai suoi giocatori. Lui è arrivato dopo Mourinho, è difficile per chiunque arrivare in una squadra che ha vinto tutto. Ho comunque fiducia in lui, sono sicuro che vinceremo ancora. Squadra spremuta? No, il gruppo e’ lo stesso, difficile ripetersi ma ci proveremo”.
Con Mourinho, invece, il rapporto era diverso: “L’anno scorso, quando mancavano dieci partite alla fine della stagione, andai da lui dicendogli che non avrei fatto più errori. Lui mi rispose che se non andavo in panchina era solo perché non c’era un altro portiere al mio livello. Allora mi sono caricato e gli ho detto che non avrei sbagliato più nulla”. L’allenatore cui Julio Cesar è più legato, però, è Roberto Mancini: “Tutto quello che mi sta accadendo lo devo a lui perché mi ha dato una grossa mano. Cinque anni fa nessuno mi conosceva”.
Restando al Manchester City, non si può non parlare di Mario Balotelli. “E’ un talento strepitoso, deve crescere tanto. Ha fatto bene il Manchester City a prenderlo. Mario p un personaggio”, ha aggiunto sorridendo. Il portiere ha poi confermato che non lascerebbe l’Inter per andare in un’altra squadra italiana: “Sto benissimo qui”. Un cruccio? “Mi manca il Mondiale”.

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