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Le voglie azzurre dei brasiliani d’Italia

Una volta si chiamavano oriundi. E avevano la faccia e i piedi di miti del passato come Altafini e Sivori.
All’epoca, erano i rampanti anni sessanta, non portarono molta fortuna all’Italia.
Oggi, lo straniero italianizzato torna di moda. E’ stato in realtà già sdoganato dallo juventino Mauro German Camoranesi, ormai punto fermo dell’Italia di Marcello Lippi e tra i protagonisti del successo mondiale in Germania.
Ma da mesi si parla di un altro grande talento, in procinto di entrare a far parte della squadra Campione del Mondo. Parliamo ovviamente di Amauri, forte centravanti brasiliano in forza alla Juve. Su di lui, l’opinione pubblica si è divisa: chi rema contro (la serie A è già piena zeppa di talenti in attacco) e chi invece è a favore del verdeoro (troppo forte per non convocarlo).
Se l’ariete ex Palermo e Chievo non è stato pubblicamente mai troppo chiaro riguardo alla sue preferenze (Brasile o Italia), il connazionale Thiago Motta, oggi alla corte di Mourinho, è stato invece fin troppo diretto: “La nazionale italiana è il mio sogno – ha detto alla Gazzetta dello Sport- e non lo nascondo. Se arriva la chiamata non ci penso nemmeno un secondo a dire sì. Io ho sangue italiano, mi sento italiano, e chiedo semplicemente di essere considerato in corsa per un posto”.
Il forte centrocampista potrebbe rappresentare la più valida alternativa ad Andrea Pirlo nel ruolo di playmaker.
I 23 che dovranno difendere il titolo in Sudafrica non potranno certo essere convocati in base a scelte di tipo ideologico.
Se un calciatore dimostra di essere tra i migliori in uno specifico ruolo e – cosa non da poco – dichiara esplicitamente la sua voglia di azzurro, non può non essere preso seriamente in considerazione.

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