Archivio di Cultura

Le cronache di Vespa

Chi si aspetta un “Donne di cuori” al completo servizio della causa berlusconiana è totalmente fuori strada.
In molti lo avranno pensato: le intime rivelazioni sulla vita di sovrani e presidenti della Storia, servono in fondo ad ammorbidire e giustificare i recenti e stranoti avvenimenti privati del premier.
L’ultimo libro di Bruno Vespa, edito dalla Rai Eri Mondadori, è tanto altro. E molto di più.
E’ un insieme, assai ricco di dettagli e aneddoti, di vicende che riguardano da vicino le gesta erotiche e sentimentali degli uomini e delle donne più importanti di oggi e di ieri. Da Berlusconi a Giulio Cesare. Passando per Elisabetta e Luigi IV, fino ad arrivare a Clinton, Carla Bruni e Sarkozy.
Anche in questo caso, l’autore sa mettersi da parte. Per dare spazio alle innumerevoli fonti e testimonianze. Sorprende l’enorme mole di informazioni. Ben confezionate e connesse tra di loro. In modo da facilitare la lettura e renderla appassionante. Ci si può immergere quindi in ricostruzioni che scendono spesso nei particolari, sempre in bilico tra il romanzo e la cronaca.
L’inventore di Porta a Porta descrive così retroscena amorosi, per la maggior parte dei casi ignoti o semisconosciuti, senza alcuna sudditanza nei confronti dei celebri protagonisti, ma al tempo stesso con quel garbato rispetto che da sempre lo contraddistingue.
Senza eccessi e stonature. L’opinione, quando c’è, non è mai invadente e viene un passo dopo i fatti, la notizia.  Che è sempre e comunque al centro del libro.
Nessuna congettura, figuriamoci faziosità o ideologismi. Si tratta semplicemente di racconti, che a volte hanno anche il merito di mettere in discussione ben collaudate verità. Come accade ad esempio con Lucrezia Borgia, forse meno diabolica di quanto si immaginava e si sapeva. E Napoleone, cinico e determinato in battaglia, fragile tra le mura di casa. Quasi succube dell’astuta e fedifraga Josephine. Per non parlare dell’indimenticabile Lady D: eroina dei nostri tempi, con un’immagine insuperabile e  probabilmente consacrata oltremisura dalla tragica morte. Più che da una reale condotta, che assomiglia a quella di una ragazza normale – con tanti difetti – e non a un vero e proprio mito. Senza dimenticare JFK, osannato simbolo della nuova frontiera americana e amante di innumerevoli attrici e mogli di colleghi.
A Vespa, il più odiato dai radical chic, va ancora una volta il merito di far parlare le storie, senza sottoporci a estenuanti lezioni di moralismo ed etica.
Forse per questo non è amato agli occhi di una certa cultura. E’ solamente un giornalista.
Troppo. O troppo poco per chi usa questo mestiere con obiettivi ben più ambiziosi. Uno su tutti: la guerra santa e mediatica al cavaliere.

Riguardo l'autore

vocealta