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Le comiche finali

Tutti hanno visto quanto, il sei novembre, quattro giorni prima dell’ultimo incontro tra il premier e il presidente della Camera dedicato alla giustizia, Gianfranco Fini fosse tanto garullo nell’espressione quanto ansioso nello spirito nel far sapere al procuratore di Pescara Nicola Trifuoggi che lui aveva detto a muso duro a Berlusconi: “Statte quieto”.
Un’espressione con la quale il sedicente cofondatore del Pdl segnava la sua supremazia momentanea, dopo quindici anni di gregariato forzoso nei confronti del fondatore del centrodestra italiano.
Il colloquio tra Fini e Trifuoggi durante la cerimonia di consegna del premio dedicato a Paolo Borsellino ha qualcosa di surreale e per questo ne riportiamo altrove la trascrizione. L’atteggiamento di Fini è quello di chi si rivolge a un vecchio amico, tanto che Repubblica.it scrive: “Tra i due c’è una conoscenza di antica data”. Ma qualche ora dopo il procuratore di Pescara precisa: “Non sono amico di vecchia data di Fini, come è stato scritto da qualcuno: il presidente della Camera l’ho conosciuto quella stessa mattina a Pescara, era la prima volta che lo vedevo in vita mia”. Dunque Fini si rivolgeva con tanta confidenza, rivelando i dettagli di un colloquio riservato con il presidente del Consiglio dei ministri e offrendo considerazioni non certo di elogio nei suoi confronti, ad una persona appena conosciuta, per giunta appartenente a quell’ordine giudiziario che il Pdl considera un potere che ha esondato dai propri limiti costituzionali.
C’è dunque nel comportamento di Fini una superficialità dell’atteggiamento mista a un arroganza politica da annichilirne la credibilità non tanto di aspirante leader politico, quanto di interprete del ruolo di garanzia che spetta al presidente della Camera.
C’è, però, di più. Nel colloquio con Trifuoggi Fini sostiene che il pentito Spatuzza avrebbe nelle sue dichiarazioni “fatto il nome” di Nicola Mancino, oggi vicepresidente del CSM e, all’epoca dei fatti su cui Spatuzza è interrogato, ministro dell’Interno.
Ieri, dopo la divulgazione del video, Fini fa dire al suo portavoce che “Il Presidente della Camera dei deputati, Gianfranco Fini, nel citare il Presidente del Consiglio ed il Vicepresidente del CSM, si riferiva a quanto emerso dagli organi di informazione nel corso delle ultime settimane relativamente alle dichiarazioni di alcuni collaboratori di giustizia, tra cui Brusca, Ciancimino e Spatuzza, in ordine alle quali intendeva sottolineare, a garanzia delle Istituzioni, la necessita’ di riscontrare con il massimo scrupolo l’attendibilita’ delle loro parole”. Al che qualcuno sottolineava come Fini avesse parlato solo delle dichiarazioni Spatuzza che – per quanto è dato a sapere – non ha mai parlato di Mancino. Il che faceva pensare due cose: o Fini ha notizie riservate (fatto che, se vero, sarebbe gravissimo) oppure non sa di cosa parla. Come avrebbe egli stesso ammesso. Infatti, secondo quanto riferisce l’Ansa, “Il presidente della Camera Gianfranco Fini ha telefonato al vice presidente del Csm Nicola Mancino per chiarire l’ equivoco da lui commesso tra le dichiarazioni del pentito Spatuzza e quelle di Massimo Ciancimino. Nella conversazione con Mancino, il presidente della Camera ha spiegato di aver fatto confusione attribuendo a Spatuzza quanto aveva detto in un primo tempo il figlio del sindaco di Palermo a proposito della presunta trattativa tra lo Stato e la Mafia. Massimo Ciancimino aveva affermato di aver saputo da suo padre che la mafia aveva individuato nell’ allora ministro dell’ interno un suo interlocutore. In seguito aveva corretto questa sua versione sostenendo che Cosa nostra aveva trovato un altro interlocutore di fiducia”.
Ammettendo la buona fede del Presidente della Camera,  appare ancora più macroscopica la sua inadeguatezza a svolgere con equilibrio il complesso ruolo istituzionale a cui è stato eletto. Ed anche la sua confusione politica.
Sarebbe auspicabile, se non un passo indietro, almeno un pudico e prolungato silenzio da parte di un uomo la cui credibilità politica è oggi sotto una pesante ipoteca. Nel video rilanciato da Repubblica.it Fini sorride divertito. È il caso di dire che siamo alle comiche Finali.
Giorgio Stracquadanio 

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