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La macchina dell’odio

Tre perversi schemi mentali che in Italia provocarono tanti lutti e tante sciagure.
Luigi La Spina, in un interessante editoriale pubblicato lo scorso 30 settembre sulla Stampa, li rispolvera per commentare le dichiarazioni rilasciate da Rubina Affronte, la 24enne che ha lanciato un fumogeno contro Raffaele Bonanni durante la festa nazionale del Pd a Torino.
La ragazza, in un’intervista concessa il giorno prima proprio al quotidiano diretto da Calabresi, ha affermato: “Era importante non farlo parlare. Non era impedire di parlare a una persona. Ma a chi, con quelle parole, mette in pericolo i diritti fondamentali di milioni di lavoratori”.
Il primo schema consiste nella trasformazione di una persona in un simbolo.  Quando si raggiungono pericolosi livelli di astrazione vengono persino negate le identità e, di conseguenza, la responsabilità di gesti gravi e violenti. Perché tutto avviene in un delirante contesto fittizio che fa perdere ogni contatto con la realtà.
Secondo punto: l’arrogante pretesa di agire in nome di una intera categoria sociale, per il bene e la salvezza della stessa, convinti di poterne intuire le necessità non manifeste e anticiparne i desideri.
Il terzo e ultimo aspetto prevede invece l’esasperazione della potenza avversaria, di quel nemico da abbattere a tutti i costi. Perché nulla avviene per caso, c’è un filo che collega fatti all’apparenza lontani. C’è un complotto da scovare e scardinare. E allora ecco Davide che, per difendere il mondo dalle ingiustizie,  dichiara guerra a Golia. Quella che La Spina definisce “una patetica regressione infantile”.
Tornando alla cronaca di questi giorni: la notizia del fallito attentato al direttore di Libero Maurizio Belpietro (con annessa sparatoria) costringe l’opinione pubblica a fare sempre di più i conti con un clima non facile.
L’analisi precedente è ovviamente applicabile anche a questo ultimo caso:
1) Belpietro rappresenta il male perché  ha le stesse idee di Berlusconi (il capo dei tiranni) ed è quindi suo complice
2) La sua eliminazione fisica renderà giustizia a tutte le vittime del regime del Cavaliere
3) Belpietro sta con il potentissimo nemico e chi lo combatte e lo abbatte non può che essere definito un eroe.
Gli anni di piombo restano, per ora e per fortuna, soltanto un ricordo. I tempi sono radicalmente cambiati. E’ cambiato il modo di vivere, di essere, di comunicare e anche quello di fare politica. Ma, come si è potuto appurare, certi schemi mentali sopravvivono.  
Senza trascurare gli insegnamenti del passato, è necessario quindi concentrarsi innanzitutto sulle sfide del presente. Nell’epoca della multimedialità, del protagonismo e individualismo mediatico e delle rivoluzioni tecnologiche occorre appellarsi più al senso di responsabilità del singolo che a quello di generiche e anacronistiche categorie.
Dal politico che interviene in parlamento al giornalista, dal blogger al comune cittadino che partecipa al dibattito sui social network. Tutti, nessuno escluso, hanno il dovere di non cadere nella trappola di certe logiche perverse.
La digitalizzazione della società ha contribuito in maniera decisiva ad accelerare il processo di autodeterminazione, creando di fatto nuove opportunità e nuovi spazi. Indispensabili alla crescita umana e culturale della persona e della collettività. Attenti però a non  trasformarli in moderne zone franche, in terreni fertili dove poter coltivare odio, stravolgere a proprio piacimento la realtà e costruire un demone da distruggere in ogni modo (il Predellino).

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