“La sovranità in Italia è passata dal Parlamento al partito dei giudici”.
Inizia così la nuova fase del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Dopo aver superato senza troppi affanni la fatidica “settimana nera” (dal No B Day a Spatuzza, passando per i vari distinguo di Gianfranco Fini), il Cavaliere dimostra di essere tornato più agguerrito di prima. E davanti la platea dei delegati del Partito Popolare Europeo ha lanciato la nuova sfida: “La maggioranza sta lavorando per cambiare la situazione anche attraverso una riforma della Costituzione”.
“Permettetemi di parlare – ha dichiarato il premier a Bonn – un secondo del mio Paese: l’Italia è la terza economia d’Europa, ha una maggioranza forte e coesa, un governo molto operativo e un premier… super, che godeva di oltre il 60% di apprezzamento dopo la soluzione del problema rifiuti, e il 68% dopo il terremoto. Purtroppo, esiste una sinistra che mi ha attaccato inventandosi calunnie di tutti i tipi che però mi hanno rafforzato, perchè la gente dice: ‘mamma mia dove troviamo uno forte e duro con le palle come Berlusconi’”.
“La Corte Costituzionale – ha aggiunto Berlusconi – non è più un organo di garanzia, ma in Italia è diventato un organo politico. Il partito dei giudici di sinistra si è rivolto alla Consulta che è composta da 11 membri su 15 da componenti di sinistra e abroga le leggi fatte. In sostanza la sovranità è passata dal parlamento al partito dei giudici”.
Pronta la replica di Gianfranco Fini, che “non condivide” le dichiarazioni del premier e lo invita a “precisare meglio”.
“È certamente vero che la sovranità appartiene al popolo – si legge nella nota diffusa dall’ex leader di An – ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale. È la ragione per la quale le parole di Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”.
Immediata la controreplica del presidente del consiglio: “Non c’è niente da chiarire, sono stanco delle ipocrisie, tutto qua…”.
Napolitano, invece, attraverso un comunicato del Quirinale “esprime profondo rammarico e preoccupazione”. Per il “violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia”.
Inizia così la nuova fase del presidente del consiglio Silvio Berlusconi. Dopo aver superato senza troppi affanni la fatidica “settimana nera” (dal No B Day a Spatuzza, passando per i vari distinguo di Gianfranco Fini), il Cavaliere dimostra di essere tornato più agguerrito di prima. E davanti la platea dei delegati del Partito Popolare Europeo ha lanciato la nuova sfida: “La maggioranza sta lavorando per cambiare la situazione anche attraverso una riforma della Costituzione”.
“Permettetemi di parlare – ha dichiarato il premier a Bonn – un secondo del mio Paese: l’Italia è la terza economia d’Europa, ha una maggioranza forte e coesa, un governo molto operativo e un premier… super, che godeva di oltre il 60% di apprezzamento dopo la soluzione del problema rifiuti, e il 68% dopo il terremoto. Purtroppo, esiste una sinistra che mi ha attaccato inventandosi calunnie di tutti i tipi che però mi hanno rafforzato, perchè la gente dice: ‘mamma mia dove troviamo uno forte e duro con le palle come Berlusconi’”.
“La Corte Costituzionale – ha aggiunto Berlusconi – non è più un organo di garanzia, ma in Italia è diventato un organo politico. Il partito dei giudici di sinistra si è rivolto alla Consulta che è composta da 11 membri su 15 da componenti di sinistra e abroga le leggi fatte. In sostanza la sovranità è passata dal parlamento al partito dei giudici”.
Pronta la replica di Gianfranco Fini, che “non condivide” le dichiarazioni del premier e lo invita a “precisare meglio”.
“È certamente vero che la sovranità appartiene al popolo – si legge nella nota diffusa dall’ex leader di An – ma il presidente del Consiglio non può dimenticare che esso ‘la esercita nelle forme e nei limiti della Costituzione’ (art. 1). Ed è altresì incontestabile che gli articoli 134 e 136 indichino chiaramente il ruolo di garanzia esercitato dalla Corte Costituzionale. È la ragione per la quale le parole di Berlusconi, secondo cui la Consulta sarebbe un organo politico, non possono essere condivise; mi auguro che il premier trovi modo di precisare meglio il suo pensiero ai delegati del congresso del Ppe per non ingenerare una pericolosa confusione su quanto accade in Italia e sulle reali intenzioni del governo”.
Immediata la controreplica del presidente del consiglio: “Non c’è niente da chiarire, sono stanco delle ipocrisie, tutto qua…”.
Napolitano, invece, attraverso un comunicato del Quirinale “esprime profondo rammarico e preoccupazione”. Per il “violento attacco contro fondamentali istituzioni di garanzia”.