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IN BOCCA AL LUPO ALLA BUSSOLA QUOTIDIANA

Dall’otto dicembre è online un giornale tutto particolare a cui auguriamo ogni bene, La Bussola Quotidiana. Il giornale ha per redattore un caro amico come Marco Respinti e due direttori di rango come Andrea Tornielli e Vittorio Messori.
Di una bussola quotidiana nel mare magnum di internet i cattolici avevano proprio bisogno, viste le bufere che si sono scatenate negli ultimi anni e che hanno sempre rivelato l’assenza di un combattivo e preparato manipolo di esperti della comunicazione capaci di ribattere colpo su colpo agli attacchi al Santo Padre e alla Chiesa cattolica senza il rischio di passare per bigotti.
Siamo certi che La Bussola Quotidiana farà ben parlare di sé. Per adesso, oltre a segnalarne l’indirizzo ai nostri lettori – www.labussolaquotidiana.it – riportiamo un fondamentale articolo del direttore, Andrea Tornielli, sulle origini del dogma dell’Immacolata concezione. Buona lettura!
Pio IX aveva avviato una consultazione dell’episcopato cattolico sulla possibilità di proclamare il dogma dell’Immacolata concezione durante il periodo dei moti rivoluzionari del 1848 e poi durante la fuga a Gaeta. Il fatto che portasse con sé in esilio una valigia piena di pareri sull’argomento, attesta ancora una volta come Pio IX fosse un papa profondamente religioso, non politico, innamorato di Maria fin da bambino, grazie ai frequenti pellegrinaggi alla Santa Casa di Loreto. L’iniziativa papale non era slegata da situazioni contingenti: proprio nel XIX secolo in molti avevano messo in discussione la dottrina sul peccato originale.
L’esito della consultazione tra gli episcopati del mondo si conclude con un plebiscito in favore dell’Immacolata: più di nove vescovi su dieci danno parere positivo (546 sì su 603 risposte pervenute). L’obiezione teologica più forte non riguardava peraltro il caso specifico, vale a dire l’ufficializzazione a livello dogmatico quanto la comunità cristiana aveva sempre creduto in merito al concepimento di Maria senza la macchia del peccato originale, quanto piuttosto il metodo. Una definizione così solenne avrebbe infatti dovuto darla un concilio, non il Papa da solo. Ricordiamo che in quel momento, non era ancora stato proclamato il dogma dell’infallibilità del papa su alcuni pronunciamenti ex Cathedra. L’assenso della stragrande maggioranza dei vescovi confermò dunque l’intenzione del Pontefice.
Dopo l’assenso della commissione teologica e di quella cardinalizia, il 1° dicembre 1854 il papa chiede e ottiene il voto del Sacro collegio decidendo di procedere la settimana successiva, l’8 dicembre, con la proclamazione del dogma. La Bolla del pronunciamento s’intitola Ineffabilis Deus. Eccone un passaggio: «Dio ineffabile […] previde fin da tutta l’eternità la tristissima rovina dell’intero genere umano, che sarebbe derivata dal peccato di Adamo. Avendo quindi deciso, in un disegno misterioso nascosto dai secoli, di portare a compimento l’opera primitiva della sua bontà, con un mistero ancora più profondo – l’incarnazione del Verbo – affinché l’uomo (indotto al peccato dalla perfida malizia del diavolo) non andasse perduto, in contrasto con il suo proposito d’amore, e affinché venisse recuperato felicemente ciò che sarebbe caduto con il primo Adamo, fin dall’inizio e prima dei secoli scelse e dispose che al Figlio suo Unigenito fosse assicurata una Madre dalla quale Egli, fatto carne, sarebbe nato nella felice pienezza dei tempi. E tale Madre circondò di tanto amore, preferendola a tutte le creature, da compiacersi in Lei sola con un atto di esclusiva benevolenza. Per questo, attingendo dal tesoro della divinità, la ricolmò – assai più di tutti gli spiriti angelici e di tutti i santi – dell’abbondanza di tutti i doni celesti in modo tanto straordinario, perché Ella, sempre libera da ogni macchia di peccato, tutta bella e perfetta, mostrasse quella perfezione di innocenza e di santità da non poterne concepire una maggiore dopo Dio, e che nessuno, all’infuori di Dio, può abbracciare con la propria mente».
Più volte il papa si interrompe, commosso. Ma alla fine, con una voce potente che stupisce i fedeli che gremivano la Basilica, dichiara solennemente: «Dichiariamo pronunciamo e definiamo che la dottrina, la quale ritiene che la beatissima Vergine Maria, nel primo istante della sua concezione per singolare grazia e privilegio di Dio onnipotente, ed in vista dei meriti di Gesù Cristo Salvatore del genere umano, sia stata preservata immune da ogni macchia di colpa originale, è dottrina rivelata da Dio e perciò da credersi fermamente e costantemente da tutti i fedeli».
Per un’ora tutte le campane di Roma suonano a distesa. Scrive il gesuita Giacomo Martina, biografo di Pio IX: «La definizione ebbe una molteplice portata: rafforzò l’autorità del papa […]; stimolò gli studi teologici, pur ricordando la necessità della sottomissione al magistero […]; favorì la pietà mariana, soprattutto popolare; sottolineò alcune verità religiose essenziali negate o trascurate dal pensiero moderno (l’ordine soprannaturale, l’elevazione dell’uomo a figlio di Dio, il peccato originale, la redenzione)».
Quattro anni dopo, nel 1858, una piccola contadina analfabeta di nome Bernadette affermerà di vedere una «bella signora» in una grotta di Lourdes. L’apparizione avrebbe rivelato alla veggente: «Io sono l’Immacolata Concezione».

 

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