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Il Pd resiste. Ma il Pdl avanza in periferia

Il quadro definitivo è questo: il centrodestra conquista due importanti province come Milano e Venezia. Al Pd resta Torino e la soddisfazione di essersi riconfermato nelle sue roccaforti. Difficile, visto gli esiti del ballottaggio, decretare in maniera netta vincitori e vinti. Anche se Dario Franceschini si è lasciato sopraffare dall’entusiasmo: “Comincia il declino della destra. Sarà un percorso lungo, ma con lavoro e impegno porteremo avanti un cammino di cambiamento del Paese”.
“Un dato solo – ha replicato il Presidente del Consiglio – toglie di mezzo ogni discussione: prima di queste elezioni provinciali il Popolo della Libertà governava 5 milioni di persone interessate dal voto. Adesso ne governa ben 21 milioni”.
Dichiarazioni a parte, il risultato è abbastanza palese: il Partito Democratico evita l’ennesima caporetto e resiste nelle aree dove è storicamente forte e dove sembra quasi imbattibile (vedi Firenze e Bologna). Ma il Pdl può vantare, in definitiva, un recupero significativo sul territorio, essendo maggioranza in numerose amministrazioni comunali e provinciali. Come mai era accaduto in passato.
Non ci sono trionfatori, ma una non trascurabile novità: il centrodestra da oggi non è solo una forza di Governo, ma un serio progetto politico in grado di radicarsi anche in periferia.
E per l’esecutivo guidato da Berlusconi non si segnala – come qualcuno prevedeva e sperava – alcuna scossa.
Alla luce dei dati odierni, non può venir meno l’invito a smorzare una volta per tutte i toni e a concentrare quindi gli sforzi verso una stabilità e una convivenza democratica che occorre per il bene della politica e del Paese.

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