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Il Genoa è Gasperini

Giampiero Gasperini è un eroe dei nostri tempi. L’allenatore del Genoa oggi è quarto in classifica, con i suoi rossoblù, che ha forgiato a sua immagine e somiglianza. Gioca in attacco, può contare su gente come Milito, “El Principe”, centravanti argentino secondo solo ai miti del suo paese de “La Celeste”, su Thiago, brasiliano bloccato solo dagli infortuni all’accesso alle grandi squadre. Ha portatori d’acqua che diventano giocatori di classe, finora in questa stagione ha sbagliato poche partite, altre le ha perse in malo modo, senza merito, una per tutte il 4-1 subito dalla Juve all’Olimpico. E pensare che tre anni fa, di questi tempi il Grifone, gettato in C1 dopo avere conquistato la serie A, per decisione della Caf, perdeva progressivamente terreno in terza serie, finendo seconda dietro lo Spezia. Destino beffardo: rossoblù in serie A ed in zona preliminari Champions League, spezzini che dalla B sono retrocessi in C e poi per altra delibera ora cercano di risalire dalla D. Giampiero Gasperini, proprio perché ha Milito a disposizione, e non sempre perché qualche gara l’ha perso per infortunio, pur conseguendo i risultati migliori, nella nostra personalissima classifica è secondo ad Allegri, tecnico del Cagliari che abbiamo celebrato nei giorni scorsi.
Quando giocava Gasperini, da ragazzo, era numero 10 delle formazioni giovanili della Juve, guardava giocare Capello e Benetti, Causio, Furino, Bettega e Scirea. Era il giocatore di classe del Palermo in serie B, numero 10 appunto. Quando è andato ad allenare nella primavera della Juve, guarda caso, ha imparato molto, e lo ha detto lui stesso in una recente intervista televisiva, da chi allenava la prima squadra. I signori Marcello Lippi prima e Carletto Ancelotti dopo. Ha preso il meglio, ed il suo Genoa vola, come quello di Osvaldo Bagnoli del 1990-91 che fece fuori la Juve, per la prima volta, dalle Coppe Europee. La fortuna del Genoa è Gasperini in primo luogo, Enrico Preziosi, il presidente lo sa e se lo tiene stretto.
Uomini come lui testimoniano che il nostro pallone non è finito ed ha ancora molto da dire, con uomini di grande intelligenza e tecnicamente capaci, come Giampiero Gasperini.

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