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Il declino del calcio di Sua Maetà

Bayern Monaco, Lione, Inter e Barcellona. E’ questo, un po’ a sorpresa,  il magico quartetto d’Europa del 2010.
Inevitabile considerazione: l’assenza delle inglesi dopo un breve ma intenso dominio in champions.
C’erano una volta il Liverpool, il Chelsea e soprattutto il Manchester United. Già, proprio loro: i diavoli rossi che facevano tremare il mondo. Nei quarti di finale contro i bavaresi sono riusciti nell’impresa più grande: buttare via una qualificazione già raggiunta, facendosi rimontare sia all’andata che al ritorno. Amen.
E penare che, insieme al Barcellona, erano i super favoriti anche di questa edizione. In molti già pregustavano la rivincita con i catalani a Madrid. E invece? E’ stato un totale disastro. Con buona pace pure del Milan, pronto a mordersi i gomiti e a recriminare per un’eliminazione che, col senno di poi, si poteva davvero evitare.
Senza dimenticare il Chelsea, beffato negli ottavi a San Siro (meritava almeno un pareggio contro i nerazzurri), ma poi annullato nelle mura amiche da un’Inter intelligente e granitica. Del Liverpool invece non si hanno più notizie dallo scorso autunno: surclassato dalla bella (e poi sfortunata) Fiorentina di Cesare Prandelli.
Il calcio d’oltremanica, quindi, deve prendere atto di questo inaspettato fallimento. Doveva essere per tutti, Italia compresa, un modello da seguire. Loro sono più veloci, dicevano. Corrono il doppio dei nostri, hanno una forma fisica straordinaria. Sono pieni di talenti e di spettacolo. In parte è vero. Ma i risultati, a quanto pare, sono al di sotto delle aspettative. Pur escludendo l’attuale stagione, che può essere influenzata anche dalla cattiva sorte, basta dare uno sguardo a quello che è accaduto negli ultimi 20 anni, dal 1990 al 2009: l’Italia ha portato a casa 5 trofei, la Spagna 6, l’Inghilterra invece  solo 3. Se poi si vuole mettere il dito nella piaga, basta ricordare che a Londra (nonostante i suoi prestigiosi team) quella coppa dalle grandi orecchie non ci è mai arrivata.

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