Archivio di Cultura

I segreti (del successo) di Dan Brown

Dan Brown, stavolta, non si occupa solo di passato, tradizioni, arte e mistero. Ma anche di futuro e di cambiamento. E della sorte del mondo che verrà. Mescola sapientemente le due dimensioni per dare senso a una storia veloce e nella maggior parte dei casi accattivante.
Gli antichi saperi e le nuove tecnologie unite da una forza reale e incontrovertibile: l’uomo.
C’è un po’ di tutto ne “Il simbolo perduto:  massoneria, servizi segreti, religioni (non mancano mai),  scienza, complotti, storia, ma anche drammi familiari e debolezze umane. Il rischio di perdersi, in questa infinita mole di situazioni, personaggi e informazioni c’è. Ma i ritmi forsennati di un’avventura che si evolve tra continue rivelazioni e colpi di scena pongono rimedio al caos e obbligano chi legge a non mollare, fino all’ultima pagina, la presa.
Tra lettore e scrittore si crea quindi un equilibrio, un legame speciale che accende le fantasie e l’interesse del primo ed evidenzia i meriti del secondo. Tra questi, quello forse più banale è pure quello più evidente: promuovere una città come Washington, anche e soprattutto dal punto di vista turistico. Perché viene davvero voglia di visitare luoghi, strade e monumenti della Capitale d’America. Spesso esclusivamente associata alla Casa Bianca, ma dimenticata nelle sue ricchezze che Dan Brown sa “vendere” con la giusta dovizia di particolari.
E questo, tanto per restare in tema, è già un grande mistero o addirittura miracolo. Perché è troppo facile farlo con Parigi e il Louvre (Il Codice da Vinci) e con Roma e il Vaticano (Angeli e Demoni). Più complicato con Washington, che nell’immaginario collettivo spicca solo per il fascino del potere politico.
Lo scrittore più discusso degli ultimi anni però sa coglierne la magia, che sta nelle sue leggende e nel destino ambiguo e indecifrabile di un’intera Nazione.
E poco importa se nelle ultime cronache su Robert Langdon (collaudato protagonista) a volte manca credibilità. Importante è viaggiare, immaginare e desiderare. Più che riflettere sulle sorti e gli enigmi dell’umanità.
Lo sa pure Dan Brown. Artista chiacchierato e di successo capace di rimanere pop. Nonostante il peso intellettuale di ciò che scrive e asserisce.

Riguardo l'autore

vocealta