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Huckleberry Pirl

Padre Nostro, dacci lo sbigottimento quotidiano. Et voilà!
In questi giorni polemiche ha suscitato il nuovo editing del celeberrimo romanzo di Mark Twain, Huckleberry Finn (o Pirl?) ad opera dottor Alan Gribben della Auburn University di Montgomery.
Difatti, in nome del continuamente chiamato in causa politically correct (do you remember?) , la parola “Nigger”, negro (che Dio mi fulmini!), ricorrente nel testo 219 volte, è stata sostituita da “Slave”, mentre quella di “Injun”, Indiano, è stata eliminata.
Alan Gribben ritiene che Huckleberry Finn sia finito in fondo alla classifica dei classici di tutto il mondo a causa della censura preventiva determinata proprio dall’eccessivo utilizzo di questi termini.
Ora, lungi dal voler essere politically uncorrect, ma si tratta tutto di una grossa sciocchezza. C’è un problema o nell’uomo (Alan Gribben) o nella gente (forse i benpensanti che tanto bene non pensano), quest’ultima ipotesi preoccupante ma prevedibile allo stesso tempo.
Alan Gribben, nonostante si professi uno studioso di Mark Twain, deve essersi dimenticato che nel 1884, anno in cui lo scrittore creò il libro, il termine“Nigger” non aveva alcuna connotazione spregiativa: un nigger era semplicemente un nigger, senza alcuna connotazione razzista (anzi, Twain fu un critico del nascente razzismo americano, tutta la sua opera è permeata di una sottile ironia in tal senso). Solo oggi il termine è usato per offendere.
Come è logico che sia, il mio sbigottimento è condiviso da esponenti del mondo letterario, evidentemente persone dotate di buon senso. Ad esempio, Sarah Churchwell, la quale giudica inconcepibile alterare in questo modo un romanzo, in quanto nel libro, Huckleberry Finn all’inizio è un razzista in una società razzista, e alla fine cambia e abbandona quella società. Quindi, alterare il testo vuol dire impedire al libro di mostrare lo sviluppo morale del protagonista. E Geff Barton, direttore della King Edward’s School di Bury St Edmunds, definisce deprimente il fatto che siamo diventati così facilmente scandalizzabili da non credere che i giovani sappiano distinguere il contesto di un testo. Non fa una piega.
In ultima analisi, trovo queste iniziative dei cedimenti puritani ridicoli e ipocriti, ahimè tipici della nostra epoca.
Sempre pronto a sbigottirvi. Al prossimo sbigottimento.

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