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Ma il senatore del Pd Ignazio Marino vede nell’emendamento un rischio di abuso, in quanto può mettere a rischio la privacy delle donne e dar luogo possibili «schedature». Quanto spiegato sulla necessità di rispondere a una direttiva Ue, ha dichiarato, «è un abuso del governo e un fatto grave che mette in luce una duplice irregolarità. Da un lato c’è lo strumento giuridico usato per inserire nuove norme: con una legge il cui unico scopo è prorogare il termine della relazione al Parlamento, in realtà vengono inseriti contenuti di sostanza su una tematica molto sensibile come quella della fecondazione assistita». La domanda, sorge spontanea: Marino, ma che stai a dì?
Bene ha fatto il senatore Malan a presentare l’emendamento e bene farà il Parlamento ad approvare questa disposizione che rispetta l’orientamento della normativa vigente sulla fecondazione assistita. Una normativa voluta da un’ampia maggioranza parlamentare e confermata da un referendum popolare ma messa a rischio dal tentativo ideologico e tecnicistico di certi magistrati e certi medici come, appunto, Ignazio Marino. Non c’è nulla da scandalizzarsi dell’emendamento del senatore Malan. C’è semmai da scandalizzarsi del grido “al lupo al lupo” di certi parlamentari come Marino che parlano di abuso. A sproposito!