Tecnica, abilità, velocità. E soprattutto personalità. Diego Ribas da Cunha (classe 1985) è entrato a testa alta nella nostra Serie A, senza complessi. Senza paura.
Il suo talento, dopo appena due giornate, sta convincendo anche i più scettici. Il folletto brasiliano ha subito dimostrato all’esigente pubblico italiano di avere classe da vendere. Buona la prima con il Chievo. Ottima la seconda con la Roma all’Olimpico: due perle dell’ex fantasista del Werder Brema hanno regalato alla Juve, in un solo colpo, i tre punti, il primato e l’etichetta di squadra da battere.
E’ stato il colpo di mercato dell’estate, ma non sono mancati i dubbi. E nemmeno gli ironici paragoni con quel Diego leggenda del calcio mondiale. Non basteranno due partite agostane, adesso, a renderlo mito immortale del pallone. Ma le premesse sono disarmanti. Ciò che impressiona di più è la facilità con cui il trequartista si è ambientato nel nostro complicatissimo calcio. Prima di lui gente come Shevchenko, Kakà e Ibra. Una gran bella compagnia. Nemmeno un altro storico idolo bianconero del calibro di Zidane ebbe la forza di incantare subito i tifosi juventini.
L’ascesa di Diego riaccende quindi il campionato. All’Inter, implacabile schiacciasassi del sabato sera, ha saputo rispondere la domenica pomeriggio l’undici di Ferrara guidato dalla nuova stella.
Sarà, probabilmente, l’eterno ritornello della stagione.
Il suo talento, dopo appena due giornate, sta convincendo anche i più scettici. Il folletto brasiliano ha subito dimostrato all’esigente pubblico italiano di avere classe da vendere. Buona la prima con il Chievo. Ottima la seconda con la Roma all’Olimpico: due perle dell’ex fantasista del Werder Brema hanno regalato alla Juve, in un solo colpo, i tre punti, il primato e l’etichetta di squadra da battere.
E’ stato il colpo di mercato dell’estate, ma non sono mancati i dubbi. E nemmeno gli ironici paragoni con quel Diego leggenda del calcio mondiale. Non basteranno due partite agostane, adesso, a renderlo mito immortale del pallone. Ma le premesse sono disarmanti. Ciò che impressiona di più è la facilità con cui il trequartista si è ambientato nel nostro complicatissimo calcio. Prima di lui gente come Shevchenko, Kakà e Ibra. Una gran bella compagnia. Nemmeno un altro storico idolo bianconero del calibro di Zidane ebbe la forza di incantare subito i tifosi juventini.
L’ascesa di Diego riaccende quindi il campionato. All’Inter, implacabile schiacciasassi del sabato sera, ha saputo rispondere la domenica pomeriggio l’undici di Ferrara guidato dalla nuova stella.
Sarà, probabilmente, l’eterno ritornello della stagione.