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Dalla piazza al web: limiti e opportunità della nuova comunicazione politica

In principio era la piazza, solo quella. Chi aveva la fortuna di essere presente in quel preciso momento e luogo sapeva di partecipare a un grande e irripetibile evento. Agli altri restavano le leggende e le storie sulle gesta di personaggi inarrivabili. Poi arrivò la stampa, che intensificò la comunicazione di tipo politico e facilitò l’accesso alle informazioni, rendendo non più indispensabile la condivisione di un delimitato territorio e rompendo così i confini del tempo e dello spazio. Nel secolo scorso, radio e televisione accentuarono questa disgregazione spaziale e temporale, con l’aggiunta di un fattore chiave come la contemporaneità: la possibilità di assistere in diretta ad un evento politico seduti comodamente sulla poltrona di casa. Questi sono invece i giorni della grande rete. Il web sintetizza le caratteristiche appena descritte con un valore aggiunto che non si può certo sottovalutare e che risponde al nome di interazionalità: la concreta possibilità di interagire direttamente, attraverso un pc, con un personaggio pubblico. Ciò rappresenta senza dubbio una risorsa da sfruttare e smentisce la diffidenza che ancora molti hanno nei confronti di tutto quello che ruota intorno ad internet. Facebook ha favorito negli ultimi mesi il famigerato boom: nascono a vista d’occhio gruppi e movimenti di carattere culturale, sociale e politico e i protagonisti della vita pubblica cominciano a percepire l’interesse dei cittadini nei confronti della rete. La comunicazione istituzionale, le propagande elettorali e il dibattito politico conquistano quindi sempre di più la rete. I limiti sono essenzialmente due, uno di carattere anagrafico e l’altro di natura normativa. Nonostante le evoluzioni degli ultimi tempi, internet resta ancora un media più adatto ai giovani che agli adulti. Seconda considerazione: mancano ancora regole chiare, a favore dell’anarchia e in alcuni casi del caos. Ma i due limiti appena citati possono paradossalmente trasformarsi anche in due grosse opportunità: le nuove generazioni hanno, come non era mai accaduto prima, la possibilità di imporsi nella vita politica sfruttando proprio la maggiore capacità nell’utilizzare uno strumento comunicativo sempre più importante. Il secondo punto è legato al primo: l’assenza di regole consente il ribaltamento di ruoli e in parte l’annullamento delle gerarchie, che i giovani possono sfruttare per trarre impensabili benefici. (Da A Voce Alta del 1 marzo 2009). 

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