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Dal mio eremo ormai mi desto solo per indignazione

Non stupisce la polemica fra velinisti e “antivelinisti”, in questa Italia ormai alla scena finale del grande film comico della politica che 15 anni fa hanno imbastito le procure e i giornali. Semmai dà delle conferme. Aldilà della sequenzialità con la quale siano state partorite le liste del PdL, se cioè l’intervento di Donna Veronica sia stato decisivo (anche se quel “Molte di voi saranno candidate alle Europee” pronunciato da Berlusconi al corso di formazione politica per veline lascia pochi dubbi), ormai è chiaro che le liste sono composte da due tipologie di candidati: quelli che devono portare voti per poi rinunciare al seggio (come i ministri, i deputati e lo stesso Berlusconi) e coloro che devono essere “portati” a Bruxelles. Non ci sono candidati di bandiera, e soprattutto non ci sono personaggi che faranno campagna elettorale per “giocarsi” l’elezione con le preferenze. Il dato è quindi che, anche le europee, come le politiche, sono diventate elezioni che si decidono fra i capi di partito, invece che nelle campagne elettorali. Questo è conseguenza di accordi assolutamente trasversali, verso i quali Berlusconi non è stato meno decisivo di Veltroni, Di Pietro, Bossi o chiunque altro. L’altro dato è che, in questi quindici anni in cui Berlusconi è stato perseguitato da tutto l’establishment economico e finanziario, da 800 giudici e tutti i giornali che contano, insieme ai partiti di opposizione, ma anche di quelli della maggioranza, l’unica persona in grado di criticarlo in modo autorevole e senza possibilità di essere tacciata di faziosità è la moglie Veronica. Ciò è responsabilità assoluta di quelli che l’hanno perseguitato, portando la politica ad un scontro di potere basato sulla delegittimazione dell’avversario, ad essere guerra di manette e gossip. Il regime era quello che volevano instaurare loro con “Tangentopoli”, non quello che è emerso per reazione degli italiani. Il  fatto che ragazzotte che hanno altri meriti oltre a quelli della politica facciano le deputate è segno lampante, manifesto e lapide, di un opposizione politica e mediatica inconsistente e inutile al Paese.

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