L’Ue minaccia ritorsione nei confronti degli Usa per un emendamento, nel Progetto di stimoli per l’economia, che subordinerebbe il finanziamento dello Stato per le infrastrutture alla provenienza della materia prima. O acciaio e ferro prodotti in Usa, o niente finanziamento per l’infrastruttura.
L’Unione Europea, nata proprio da un Accordo per il libero scambio del carbone e dell’acciaio, minaccia di esporre denuncia presso il Wto contro gli Stati Uniti.
Il problema è che, dall’accordo su carbone e acciaio del 1951, e a tutti gli altri accordi economici successivi, non si è passati ad accordi politici all’interno dell’Unione. Siamo un grande mercato unico dove tutto è libero, tranne per uno Stato salvaguardarsi dalla crisi. L’Europa dei padri fondatori non era questa. Non era un unione elitaria con l’obiettivo di far fare affari a banchieri e industriali. Era una nuova nazione. Far seguire accordi politici significava determinare i luoghi e le procedure dove prendere decisioni, vincolanti per tutti. Questo non è avvenuto per diversi fattori. Il più importante è che la data di apertura al libero scambio, Maastricht 1992, è coincisa con una fase della Storia totalmente nuova. E’ coincisa con la “fine della storia”, con l’idea che la politica e l’interesse nazionale non esistessero più. Che l’economia avrebbe risolto tutti i problemi del mondo, avrebbe fatto ricchi i banchieri, dato un lavoro ai poveri e reso turchesi i fiumi.
Quindi, hanno pensato i burocrati di Bruxelles, e i nuovi leader europei degli anni ’90, perché accordarci politicamente? Facciamo affari! A questo bel progetto si sono aggiunte una serie di crisi finanziarie e due piccoli aeroplani schiantati su New York. E’ quello che ha sintetizzato un economista italiano, dopo l’11 settembre: “adesso questa crisi fatela risolvere a Bill Gates!”. Nel frattempo i popoli europei si sono accorti di questa stortura e vedono ormai nell’Europa un problema, più di un opportunità. Le condizioni per un Europa politica, che affronti il problema in modo politico, non ci sono più. Tutti è ritornato, per forza di cosa, agli Stati-Nazione. Ed ecco, mentre il tempio del libero mercato, gli Usa, adottano misure protezioniste per controllare meglio l’economia, il tempio di cartapesta, l’Ue, si arrabbia e minaccia di ricorrere ai tribunali. Il tutto mentre l’Italia salva l’Alitalia, la Francia aiuta le sue imprese automobilistiche ed altri stati si preparano a fare altrettanto. E adesso questa crisi la risolverà un avvocato.