Archivio Attualità

Che pasticcio, Pdl

Il fatto politico del giorno è senza dubbio l’incredibile esclusione della lista Pdl a Roma per le elezioni regionali.
“Al di là delle polemiche pretestuose e strumentali – ha affermato uno dei coordinatori del partito Denis Verdini – da parte di chi ha la consapevolezza di perdere le elezioni nella Regione Lazio e cerca ogni pretesto, al di fuori delle regole, per vincere la partita nell’unico modo possibile, cioè senza che l’altra squadra scenda in campo, in questa vicenda della lista proporzionale della Provincia di Roma valgono solo i fatti. E i fatti hanno accertato, oltre ogni dubbio, che i delegati del Pdl erano all’interno del Tribunale almeno mezzora prima della scadenza dei termini, senza mai uscire dagli uffici”.
“Si sono solo allontanati dalla stanza per pochi minuti –  ha spiegato Verdini – per poi essere ostacolati al rientro da rappresentanti delle forze politiche avverse che volevano impedire la presentazione delle liste”.
“Noi non lasceremo che si falsi il risultato delle elezioni regionali nel Lazio”. ha invece tuonato il ministro Giorgia Meloni.
Ben diverso il commento di un altro ministro. Gianfranco Rotondi: “I maestri del Pdl hanno fatto perdere a tavolino la Polverini. Ne ho le tasche piene di fare il parente povero in questa banda di incapaci”.
Gli fa eco Roberto Rastrelli,  Cristiano popolari: “Il Pdl non merita di essere guidato da persone assolutamente non in grado di farlo, nominate a tavolino”.
Ma a quanto pare, anche lo stesso Silvio Berlusconi ha puntato il dito verso i responsabili del pasticciaccio romano. Più che gridare al complotto, il premier sarebbe rimasto alquanto sorpreso dall’ingenuità commessa. E come rivela oggi il Giornale, il suo ragionamento potrebbe essere sintetizzato così: “Che errore da dilettanti!”.
Uno che non si nasconde dietro un dito e non le manda certo a dire è Alessandro Sallusti. Da segnalare e sottolineare il suo punto di vista sul Giornale: “Ora, i soloni del partito strutturato democratico e lottizzato, sono lì a urlare che l’esclusione della lista è un attacco alla democrazia, a elemosinare l’intervento di giudici e di Napolitano (ma non erano entrambi nemici?). Ma quale attacco, meglio sbaraccare quel mostro burocratico che si sta creando fino a che si è in tempo, fare un atto di umiltà e chiedere una grazia. Chissà mai che arrivi”.

Riguardo l'autore

vocealta