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Caso Battisti, Berlusconi in campo e stampa ignorante

Il caso Cesare Battisti appare ad una svolta. La decisione di Silvio Berlusconi di apparire pubblicamente con il figlio di una delle vittime dell’ex brigatista rosso è destinata a cambiare l’evoluzione degli eventi.
Il capo del governo si è infatti esposto in prima persona e ha annunciato che si recherà con Alberto Torregiani – figlio del gioielliere assassinato da Battisti nel 1979 – a Bruxelles per sollevare il caso di fronte all’Europa, chiedendo giustizia alla corte internazionale dell’Aja.
Finalmente. La mancata estradizione di Battisti pesa enormemente sulla credibilità del nostro Paese al punto che, di fronte ai “niet” del governo brasiliano, l’ipotesi definita “fantapolitica” e avanzata dal conduttore della Zanzara, Giuseppe Cruciani, di inviare un commando di militari italiani a rapire Battisti in Brasile appare persino auspicabile. È impensabile, infatti, che il Brasile neghi l’estradizione di questo assassino – condannato dalla nostra giustizia a quattro ergastoli – per il timore di un sistema repressivo che l’Italia non vede dai tempi lontani del fascismo.
Il caso Battisti, tuttavia, è anche segno dei tempi, si tratta di una verità che non può essere taciuta. Da un lato, assistiamo all’ennesimo caso in cui uno Stato che ieri avremmo definito del Terzo mondo si permette di mettere a rischio i rapporti con un Paese che fino a ieri poteva andare orgoglioso di appartenere al circolo dei 7 Grandi del pianeta. Come se ciò non bastasse la stampa italiana, che nei giorni scorsi si è molto occupata di Battisti e della decisione di Lula, non ha mancato di puntare residue speranze nella nuova presidentessa, Dilma Roussef, segnalando così clamorosa ignoranza circa il profilo della Roussef, cresciuta all’ombra di Lula e con una solida storia nella sinistra brasiliana. Pensare insomma che la neo presidentessa possa tornare indietro rispetto a Lula è follia. O, appunto, ignoranza crassa.

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