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Cacciari al CorSera: Un dramma si profila nel Pd

“Non intendo più candidarmi a nulla. Nel 2010 non farò più il sindaco di Venezia, né il deputato. Basta. Quante volte occorre essere sconfitti in una vita?”.
Massimo Cacciari, intervistato dal Corriere della Sera, si confessa e non risparmia giudizi netti, che lasciano poco spazio all’interpretazione.
“Continuerò a dire la mia – afferma –  ma non accetterò più impegni organizzativi. Ho già dato, serve realismo. Trent’anni fa speravo con altri di poter imprimere una svolta al Pci. Poi ci ho provato con Occhetto, quindi con il partito dei sindaci, con l’Asinello di Prodi, con la Margherita e infine con il Pd. Quel che ora dice Rutelli io l’avevo detto molto tempo prima. A chi dovrei continuare a predicare?”.
Deluso dal partito democratico, ma per nulla attratto dalla formazione di Casini: “Ma quando mai mi si è offerto di guidare qualcosa? E comunque non me ne frega niente, il potere mi fa ridere. Stimo Tabacci e, a Rutelli, mi lega una affettuosa amicizia. Condivido la sua scelta, ma io con l’Udc non ho nulla a che vedere. Né con gli altri”.
Nella categoria “altri”, ovviamente, figura anche Pierluigi Bersani: “Gli auguro successo, ma sarà la cosa 2, 3 o 4 di D’Alema. È un dramma quel che si profila nel Pd. L’intesa col centro è inevitabile e ‘sta frittata qui, un centrosinistra da prima Repubblica che è il vecchio disegno di D’Alema, non mi interessa culturalmente. Anche se è l’unica via per sconfiggere Berlusconi”.
Poi l’amaro sfogo: “… Nessuno mi ha mai filato, anche se ho avuto sempre ragione. In politica bisogna essere a tempo e non in anticipo, a 65 anni ho capito che non sono capace di fare politica. Il mio amico D’Alema sì, che è capace”.
Non risparmia quindi un pensiero sull’ex presidente del consiglio e sulla sua possibile candidatura a ministro degli Esteri Ue: “… È lo stesso film del ’98, quando D’Alema nel casino generale fa un bell’accordo fuori dal centrosinistra e diventa premier”.
“Rimpiange Prodi?”, gli chiede  a questo punto la giornalista del Corriere Monica Guerzoni.  
«Macché, lasciamolo perdere Prodi. Veltroni sì che aveva idee, ma non ce l’ha fatta per limiti personali e incapacità organizzativa. Fassino e Rutelli erano autenticamente per il Pd, sono stati generosi e nemmeno loro ce l’hanno fatta. Casini? Anche lui non ha capito nulla».
Il sindaco di Venezia, tuttavia, non è troppo pessimista sull’esito delle prossime regionali:  “Bersani può anche tenere, Pd e centro assieme potrebbero fare meglio che alle Politiche”.
Ultima stoccata alla Bindi, che ha accusato Rutelli di pensare a se stesso: “Vada a spasso. Ci vorrebbe un libro per raccontare i disastri che ha fatto…”.
E infine: “Non vedo l’ora di tornarmene all’università”.

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