Archivio di Cultura

Il bello delle donne (in carriera)

Sono stati aggiornati tutti numeri, dati e classifiche per le donne.

Le buone notizie arrivano dalla politica, a dimostrazione che qualcosa sta cambiando. Il “rosso” Ed Miliband ha formato il governo-ombra laburista mantenendo la sua promessa: ha nominato 12 donne tra i 27 deputati che ha scelto per la sua squadra.
Nulla di simile dal mondo dell’economia e delle imprese che rimangono terreno minato per le donne. Soprattutto per le italiane. Le dirigenti e le imprenditrici nel nostro Paese restano nettamente al di sotto della media europea; la situazione peggiora se si guardano i numeri delle donne che siedono nei Cda delle società quotate in borsa. Non meravigliamoci quindi se quest’anno, nella consueta classifica di Forbes, tra le 100 donne più potenti del mondo è rimasta solamente un’italiana, Marina Berlusconi.
In realtà, non si può dire che a livello internazionale le cose vadano meglio se le quotazioni femminili scendono anche nella classifica dei super-miliardiari. Su poco più di un migliaio di super-ricchi, censiti da Forbes, solo 14 sono donne e guarda caso rispondono all’identikit della self made woman! Anche qui l’italiana è una ed è Giuliana Benetton, ma europee e americane non se la passano meglio visto che metà di queste postazioni se le sono aggiudicate sette cinesi.
Il 2% sembrerebbe un dato che difficilmente può permettere di elaborare un indicatore positivo. Invece, il fatto di aver raggiunto un così pessimo risultato in una classica che come parametro principale ha il denaro e il guadagno potrebbe non essere proprio un male, ma la conferma del valore aggiunto che l’universo caratteriale femminile può portare all’economia mondiale. Le donne hanno un approccio differente con il mondo del lavoro e con i propri obiettivi, non sempre legati esclusivamente ai guadagni miliardari. A confermare questa idea è Sharon Hadary, consulente specializzato in leadership al femminile: «gli uomini tendono a intraprendere un business per farlo crescere e per dirigerlo, mentre le donne tendono a scegliere iniziative con un maggior significato», in sostanza secondo l’esperto di potere femminile «diventare miliardarie non è il loro obiettivo». Teresa Nelson, Simmons School of Management, ha la stessa convinzione : «le ricerche dimostrano che le donne sono attirate da organizzazioni che creano valore, non solo ricchezza». Roba da womeneconomics! (dalla rubrica “Donne, Avanti! del 12 ottobre).

Riguardo l'autore

vocealta