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Tu chiamale se vuoi emozioni

Raccontata un mese fa, una storia del genere, avrebbe fatto ridere chiunque. Insomma: sarebbe passata come una barzelletta qualsiasi. Una di quelle che colorano gli eterni sfottò tra tifosi.
L’Inter viaggiava lassù, nella sua ennesima ascesa incontrastata verso un altro tricolore. Il Milan arrancava, complice pure un derby perso male. Sul campo e ai punti, per manifesta superiorità di un avversario capace di vincere con un uomo in meno. Roba da far deprimere anche il più ottimista dei supporter rossoneri ed eccitare il più realista dei nerazzurri.
Ma da quella stracittadina sembrano davvero passati secoli. E la barzelletta, oggi, fa ridere solo il Milan. Perché è divenuta incredibile realtà. Il campionato, considerato da più parti chiuso, al 91’ del posticipo domenicale si è infatti clamorosamente riaperto. Ci ha pensato il vecchio e caro Clarence Seedorf, con un gol da antologia del pallone.
Prima però è accaduto di tutto. I ragazzi di Leonardo, nel primo tempo, non convincono: confusi, leziosi. A tratti addirittura intimoriti. E’ l’ottimo Chievo a sfiorare in un paio di occasioni il vantaggio. C’è pure una traversa che ha l’effetto di un brivido gelido sulla schiena di milioni di milanisti. Che temono la beffa: perché nella ripresa Dinho si sveglia ma sciupa, Inzaghi crea scompiglio ma non segna. Borriello viene quasi sempre annullato dai troppi difensori in maglia gialla.
Il tempo scorre, insieme alla paura. Gli ospiti rischiano ancora di punire i troppo arrembanti padroni di casa.
Ma poi, come spesso accade nei capolavori, è il finale il pezzo forte della serata: con le sue gioie e i suoi turbamenti.
Beckham, tra i migliori del match, si fa male da solo in mezzo al campo e raggiunge la panchina in lacrime. Sembra a tutti chiaro grave infortunio e stagione finita. Disperazione su disperazione, perché il punteggio, allo scadere, è ancora fermo sullo 0 a 0.
Ecco quindi l’olandese volante, uno già abituato ai colpi di scena, indiscusso protagonista di imprese calcistiche da incorniciare. Il suo è un tiro inaspettato e perfetto. La palla s’infila nell’incrocio dei pali, proprio lì: sotto il cuore del tifo rossonero. E’ una vera liberazione. L’atteso traguardo di una lunga e logorante rincorsa, iniziata già venerdì sera, un secondo dopo la disfatta siciliana della capolista.
Ci sono voluti due interi giorni e un minuto di recupero. Ma alla fine il diavolo ce l’ha fatta. Dieci giornate e un solo punto da recuperare. Quando il calcio regala emozioni…

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