Il fenomeno della santità è una realtà che attraversa e interessa molte religioni, sin dai tempi più antichi.
Nella tradizione cristiana essa mostra «l’efficacia del Vangelo», come Benedetto XVI ha ricordato con un’espressione molto felice nell’incontro con il dicastero che nella Curia romana si occupa delle cause dei santi, cioè delle complesse procedure che in oltre quattro secoli sono state elaborate per la proclamazione formale della santità da parte del Papa. I santi, insomma, sono una prova che la presenza di Cristo in questo mondo ha spiegato il Pontefice «è capace di trasfigurare la vita dell’uomo», e dunque di cambiarne la realtà imperfetta e segnata dal male.
Proprio la possibilità di vincere il male con il bene spiega, anche dal punto di vista storico, il fascino permanente e l’esemplarità di queste ligure, che non sono – ha sottolineato Benedetto XVI – con una scelta attenta di parole «rappresentanti del passato, ma costituiscono il presente e il futuro della. Chiesa e della società». Sono dunque l’esperienza più profonda dei santi, e cioè il loro rapporto con Dio, e le conseguenze che ne derivano nella vita quotidiana, riassunte dal Papa nell’espressione «rifiuto della mediocrità», a spiegare perché la Chiesa propone volta per volta ai fedeli queste donne e questi uomini come modelli di vita cristiana.
Se lungo è spesso il cammino di purificazione di chi sceglie di imitare Cristo, altrettanto complesso e rigoroso è di norma l’itinerario che porta all’accertamento della santità. Un percorso di «grande vitalità religiosa e culturale» dalla devozione popolare ai «segni dall’alto» costituiti dai miracoli a cui Benedetto XVI ha solo accennato, ma che gli storici e i teologi conoscono bene. Anche da questo è costituito il fascino della santità, che non di rado colpisce e attrae persone lontane, come avverti Paolo vi quando notò la preferenza che oggi va a chi di Cristo è testimone nella propria vita.
Nell’imitazione di Cristo che può cambiare il mondo sta dunque essenzialmente il significato della santità e a questo soprattutto guarda la Chiesa quando decide le tappe dell’itinerario che formalmente la sancisce. Oggi, di figure popolari come quelle di Mary MacKillop, che sarà la prima santa australiana, o del sacerdote polacco martire Jerzy Popieluszko. O ancora, quella di Mary Ward, donna inglese che nella prima metà del Seicento avviò con passione e coraggio un esperimento pionieristico di vita religiosa femminile. Sino al procedere delle cause di due grandi Papi come Pio XII e Giovanni Paolo che nel mondo di oggi sono stati testimoni di Cristo.
Nella tradizione cristiana essa mostra «l’efficacia del Vangelo», come Benedetto XVI ha ricordato con un’espressione molto felice nell’incontro con il dicastero che nella Curia romana si occupa delle cause dei santi, cioè delle complesse procedure che in oltre quattro secoli sono state elaborate per la proclamazione formale della santità da parte del Papa. I santi, insomma, sono una prova che la presenza di Cristo in questo mondo ha spiegato il Pontefice «è capace di trasfigurare la vita dell’uomo», e dunque di cambiarne la realtà imperfetta e segnata dal male.
Proprio la possibilità di vincere il male con il bene spiega, anche dal punto di vista storico, il fascino permanente e l’esemplarità di queste ligure, che non sono – ha sottolineato Benedetto XVI – con una scelta attenta di parole «rappresentanti del passato, ma costituiscono il presente e il futuro della. Chiesa e della società». Sono dunque l’esperienza più profonda dei santi, e cioè il loro rapporto con Dio, e le conseguenze che ne derivano nella vita quotidiana, riassunte dal Papa nell’espressione «rifiuto della mediocrità», a spiegare perché la Chiesa propone volta per volta ai fedeli queste donne e questi uomini come modelli di vita cristiana.
Se lungo è spesso il cammino di purificazione di chi sceglie di imitare Cristo, altrettanto complesso e rigoroso è di norma l’itinerario che porta all’accertamento della santità. Un percorso di «grande vitalità religiosa e culturale» dalla devozione popolare ai «segni dall’alto» costituiti dai miracoli a cui Benedetto XVI ha solo accennato, ma che gli storici e i teologi conoscono bene. Anche da questo è costituito il fascino della santità, che non di rado colpisce e attrae persone lontane, come avverti Paolo vi quando notò la preferenza che oggi va a chi di Cristo è testimone nella propria vita.
Nell’imitazione di Cristo che può cambiare il mondo sta dunque essenzialmente il significato della santità e a questo soprattutto guarda la Chiesa quando decide le tappe dell’itinerario che formalmente la sancisce. Oggi, di figure popolari come quelle di Mary MacKillop, che sarà la prima santa australiana, o del sacerdote polacco martire Jerzy Popieluszko. O ancora, quella di Mary Ward, donna inglese che nella prima metà del Seicento avviò con passione e coraggio un esperimento pionieristico di vita religiosa femminile. Sino al procedere delle cause di due grandi Papi come Pio XII e Giovanni Paolo che nel mondo di oggi sono stati testimoni di Cristo.