Questa mattina sulle prime pagine dei quotidiani:
L’attacco degli jihadisti a un hotel in Mali: è strage di stranieri
L’Europa si blinda a una settimana dagli attentati di Parigi
Le minacce dei boss ad Alfano: <<Deve fare la fine di Kennedy>>
Rubati 17 capolavori da un museo di Verona
Attacco degli jihadisti in Mali
Dopo la Francia, il terrore ha colpito il Mali. Un attacco jihadista è stato sferrato all’hotel Radisson Blue della capitale Bamako. Un commando con una dozzina di terroristi con armi da fuoco ha preso almeno 170 persone in ostaggio (140 ospiti e 30 persone dello staff). Due jihadisti e 27 persone sono stati uccisi nell’attacco all’hotel.
Guido Olimpio per il Corriere della Sera: “Una guerra santa si combatte al Sud del Sahara. Il jihadismo al di sotto della linea del Sahel innalza i vessilli di Al Qaeda, dello Stato islamico e di una miriade di milizie locali. Il caos libico ha favorito l’estremismo. Qui si incontrano, acquistano le armi e stipulano intese. Gli Usa schierano nel continente aerei spia, droni, unità scelte e moltissime basi”.
Allerta terrorismo
Nel clima già teso di quest’ultima settimana un falso messaggio vocale circolato su WhatsApp ha contribuito ad aumentare la psicosi attentati a Roma. Intanto la Capitale fa scattare il piano per il Giubileo. Il Messaggero: “Metal detector al Colosseo, agenti sui bus e allarme stadio. Quattromila uomini in più per le strade di Roma per controllare oltre 1440 potenziali obiettivi tra chiese e movida. Radar e aerei contro i droni”.
Quattromila uomini in più per le strade di Roma per controllare 1440 potenziali obiettivi tra chiese e movida. Radar e aerei contro i droni”.
L’Unione Europea congela lo spazio Schengen per filtrare possibili jihadisti. Marco Zatterin (La Stampa): “Per l’Europol altri attentati sono probabili. Il rafforzamento della vigilanza dovrebbe aumentare la sicurezza dei cittadini che, però, pagheranno la rinvigorita tutela con una perdita di libertà”.
Le comunità islamiche e i musulmani d’Italia scendono in piazza a Roma. Una manifestazione nazionale contro il terrorismo, per condannare la strage di Parigi e dire forte <<Not in my name>>. Francesco Merlo su Repubblica: “<<Arrabbiati, non terroristi>>. Le mille voci delle moschee nel venerdì dell’islam di Roma. Dai Parioli a Torpignattara, ognuno ha la sua definizione di musulmano. Qui anche gli estremisti hanno il soprannome: il Tunisino, il Pitan, Binloden. Ma un poliziotto che li conosce bene avverte: <<Non è detto che l’ironia li renda meno pericolosi>>”.
Su Repubblica intervista a David Grossman. Da Parigi lo scrittore israeliano analizza il dopo-stragi. <<L’Is vi uccide per quello che siete, non per ciò che fate. E se nel mio Paese non ci sarà la pace dilagherà anche lì. La politica di Hollande in Siria in parte c’entra, però il vero scopo è colpire i tre grandi valori figli della Rivoluzione>>.
Politica e dintorni
Le legge di Stabilità compie il primo giro di boa in Senato. Su Repubblica: “Casa, contanti e tagli. Arriva il <<sì>> di palazzo Madama con il voto di fiducia. Rinviati gli interventi su Sud e pensioni. Alla Camera i nodi più spinosi. Risolti i problemi di chi deve abbandonare la prima casa: continuerà ad essere esente dalla Tasi”.
Il voto sulla manovra divide i centristi. Scrive Ettore Colombo su Qn: “Pronto un nuovo gruppo. Asse Quagliariello – Fitto mentre Verdini vota >>no>>.
Sul Giornale e su Repubblica le manovre nel centrodestra alla ricerca di un candidato sindaco per Milano. “Salvini Benedice Sallusti: <<Mi piace, si può chiudere>>.
Sul Corsera il piano del Movimento 5 Stelle per autofinanziarsi senza il blog di Beppe Grillo. “Modello Greenpeace per fidelizzare i donatori. Sul portale <<Rousseau>> ci sarà uno spazio di raccolta fondi”.
Giustizia
Salvo Palazzolo su Repubblica: “Da mesi, i carabinieri li tenevano sotto controllo, per scoprire i loro piani. I nuovi padrini di Corleone sono stati fermati su ordine della Direzione distrettuale antimafia di Palermo. Sono sei allevatori, mafia rurale, la più antica. Vivevano nel mito di Salvatore Riina, il capo di Cosa nostra rinchiuso da ventidue anni al 41 bis. Parlavano come lui. E progettavano piani di morte. Nei mesi scorsi, sono stati intercettati mentre dicevano di voler colpire il ministro dell’Interno Angelino Alfano, lo ritenevano responsabile dell’aggravamento del carcero duro”.
Sempre sul giornale diretto da Ezio Mauro intervista al procuratore di Palermo, Francesco Lovoi: <<Cosa Nostra è ancora temibile e sanguinaria ma patisce il 41 bis. Il progetto ‘fargliela pagare’ era in una fase embrionale, non avevano deciso se colpire a Roma>>.
Quattro anni e due mesi a Ottaviano Del Turco per la Sanitopoli abruzzese. La Corte d’appello dell’Aquila ha emesso ieri la sentenza. L’inchiesta è culminata nel 2008 nel clamoroso arresto dell’allora presidente della giunta regionale dell’Abruzzo. Patricia Tagliaferri su Il Giornale: “In primo grado era stato condannato a nove anni e mezzo di reclusione per reati vari si è visto in sostanza dimezzare la pena”.
Economia
Danilo Taino sul Corsera riporta le parole di Mario Draghi: <<Se decidiamo che la traiettoria attuale della nostra politica monetaria non è sufficiente per centrare l’obiettivo, faremo quello che dobbiamo fare per innalzare l’inflazione il più presto possibile>>. Come spiega Alessandro Merli sul Sole 24 Ore, ai piani alti dell’Eurotower non tutti i governatori condividono la sua posizione. In primis il presidente della Bundesbank, Jens Weidmann, da sempre scettico sulla politica monetaria espansiva dell’ex governatore di Bankitalia.
Sempre sul giornale della Confindustria: “Il Consiglio dei ministri si riunirà domenica pomeriggio alle 17,30. Il Governo, infatti ha deciso di varare un decreto legge per completare il meccanismo di risoluzione delle crisi bancarie. Direttamente interessate sono le quattro banche in amministrazione straordinaria, Banca Marche, Carife, Popolare Etruria e CariChieti, per le quali appare difficile il tentativo di salvataggio da parte del Fondo interbancario di tutela dei depositi per l’opposizione della Commissione europea”.
Altro
Un furto che ha del clamoroso, uno sfregio all’arte italiana: il museo civico veronese di Castelvecchio ha perso in un solo colpo 17 dei suoi capolavori, opere di Tintoretto, Bellini, Rubens, Mantegna, Pisanello. Razziate, armi in pugno, da una banda di malviventi. Paolo Conti sul Corsera: “Bisogna proteggere l’arte senza blindarla. Il ministro Franceschini: <<Saranno investiti in impianti anti-furto del patrimonio 100 milioni di euro>>”