Prime pagine – potrebbe essere diversamente? – monopolizzate dalla minaccia fondamentalista, dalla scelta della Francia di reagire con forza militarmente, mentre Usa e Itali (con motivazioni diverse) prendono tempo.
Reagire all’orrore, combattere il terrore
Stefano Montefiori sul Corsera dedica il suo articolo ai «poteri eccezionali» invocati da Hollande di fronte alle Camere riunite. Il presidente chiede una riforma costituzionale per distruggere il Daesh. Cita il jihadismo e non l’Islam. «Ci saranno nuove spese, ma il patto di sicurezza è più importante del patto di stabilità».
Nelle stesse pagine, il ministro Gentiloni: «l’Italia farà di più contro Isis. Per il Giubileo vietato volare su Roma».
Su Repubblica, Orazio La Rocca intervista il cardinale francese Paul Poupard: «i terroristi islamici usano la fede in modo distorto, inneggiano ad Allah ma in realtà si appellano a un falso Dio».
Nelle stesse pagine, Carlo Bonini e Fabio Tonacci raccontano le ultime ore convulse: «preso l’artificiere, caccia all’ottavo uomo. Ma il mondo trema: ‘colpiranno ancora’. Nella notte tra domenica e lunedì 168 perquisizioni e 23 arresti in tutta la Francia. L’ordine di colpire il teatro è partito da un account Twitter anonimo con una foto dell’edificio».
Paolo Mastrolilli su La Stampa chiede uniformità terminologica. Come lo chiamiamo? «Is, Isis o Daesh? Basta mettersi d’accordo». Quindi non si sapeva – a La Stampa – come riempire quelle mille battute. Ma una foto più grande non si nega a nessuno…
Sul Sole 24 Ore – un po’ più ampia del solito – la ripresa dell’intervista radiofonica di Giovanni Minoli a Berlusconi: «Europa senza leadership, guerra all’Isis necessaria, Obama e Putin devono collaborare».
Nelle stesse pagine, intervento del ministro dell’Interno, Angelino Alfano che chiede di non confondere chi prega con chi spara.
Più interessante un articolato intervento del professor Vittorio Emanuele Parsi dal titolo: «Se Mosca alza il prezzo dell’intesa». In conclusione, l’esperto di relazioni internazionali scrive: «Per quanto riguarda l’Italia, infine, se non vogliamo sprecare tutto il lavoro fin qui fatto per ‘cambiare verso’ almeno all’immagine (vedi Expo) non offriamo del nostro Paese la solita immagine di partner mai davvero e fino in fondo affidabile. La reputazione internazionale, infatti, non si costruisce in base al numero di citazioni nelle conferenze internazionali, tanto più quando si aspiri a ottenere un seggio a rotazione nel prossimo consiglio di sicureezza dell’Onu». Boom!
Giacomo Amadori su Libero: «Intelligence e polizia in ginocchio per i tagli. Spending review per i prossimi tre anni». Il giornalista, in conclusione, scrive: «In pratica in Italia a raccogliere informazioni per le strade, nei centri islamici e nelle moschee, sono rimasti solo 30-40 agenti. Un cucchiaino certamente insufficiente a colmare il mare dell’odio».
Politica
Su Repubblica, Carmelo Lopapa scrive: «Summit segreto Berlusconi-Salvini. Idea Lupi per Milano. I candidati di Forza Italia e Lega rifiutano di correre per il capoluogo e il Carroccio vuole Bologna». Naturalmente Lupi dovrebbe uscire da Ncd e Salvini accettare un ex maggiorente del partito di Alfano. Disco quasi verde per Osvaldo Napoli a Torino e Lucia Borgonzoni a Bologna.
«A Sedriano, 10 km da Milano, il M5S si prende il comune sciolto per mafia». Potrebbe fare scuola, come caso politico, anche per la successione di eventi notata dal quotidiano La Stampa in un articolo a firma Stefano Rizzato.
Trafiletto di Monica Guerzoni sul Corsera. Oggi Civati alla Camera tiene a battesimo la sua nuova creatura (un’altra?!) che nasce dal matrimonio di ‘Possibile’ con diversi deputati della diaspora grillina.
Giustizia
Sono usciti finalmente i nomi degli aspiranti a succedere a Edmondo Bruti Liberati a Milano. Sono arrivate dieci domande, tra cui quella del procuratore di Bolzano Tarfusser, come nota Donatella Stasio sul Sole. Curiosamente però tra i candidati esterni c’è Giovanni Melillo, capo di gabinetto del ministro Orlando. Può candidarsi e perdere?
Importante tuttavia una tempistica parallela – messa in evidenza da Stasio – ovvero che prima della procura di Milano si decide la prima presidenza della Cassazione. A fine anno va in pensione Giorgio Santacroce, a suo tempo voluto dal presidente Napolitano. Tre aspiranti interni e due esterni: Giuseppe Berruti, Franco Ippolito e Renato Rordorf; poi Gianni Canzio, presidente della corte d’appello di Milano, e Luciano Panzani che presiede quella di Roma. Sono più o meno tutti a tiro pensione (1 anno circa), tranne Panzani, ma per una serie di ragioni ci sarebbe l’intendimento di puntare su un interno. Azzardiamo: Berruti o Ippolito.
L’ex ministro La Russa – ci informa in un garbato trafiletto La Stampa – è accusato di peculato e rischia il processo. Per cosa? Si sarebbe appropriato di 38 mila euro in sette anni dalle casse di An, quando ne era capogruppo, dal 2004 al 2010.
Economia
Marco Sabella sul Corsera osserva che, dopo i fatti di Parigi, «i mercati sono calmi. Timori sulla fiducia dei consumatori».
Il Sole mette invece in evidenza come «per i mercati il faro resta il Qe della Bce. Nel mese di ottobre, l’indice dei prezzi al consumo nell’area euro è ritornato a crescere (+0,1%). Firmato Andrea Franceschi.
Consigli sulle pensioni per evitare lotte inutili tra poveri e ceto medio, firmati da Paolo Cirino Pomicino sul Foglio. «Se è condivisibile un gesto di solidarietà è altrettanto essenziale che tutti i redditi oltre una certa soglia siano coinvolti per evitare il falso storico che i ricchi veri in questo Paese siano solo i pensionati con un reddito previdenziale di 5 mila euro lordi al mese. Ma accanto a questo è urgente eliminare il prelievo fiscale sui rendimenti dei fondi pensione, i quali concorrono al montante contributivo per una pensione complementare per le future generazioni onde evitare che con il solo sistema contributivo si prepari una ondata di pensionati ‘poveri’. Il prelievo fiscale avverrà quando questi redditi, nel tempo, si trasformeranno in reddito pensionistico. Senza una visione d’insieme si scatenerà soltanto una guerra tra poveri e il ceto medio mentre proliferano indisturbate ricchezze notevoli totalmente esenti da una comune responsabilità civile».
Sul Corsera la ripartenza della discoteca di Riccione: il Cocoricò lascia fuori i minori. «Le nostre serate per gli adulti. I ragazzi? Feste senza alcol». Alessio Ribaudo firma il pezzo.
Pierluigi Bonora sul Giornale avverte: «Volkswagen rischia un nuovo ribaltone. Traballa l’ad Muller. Ecco i nomi delle toto-nomine per la successione. Pesano il rischio Porsche e il crollo delle vendite».
Altro
Sul Secolo XIX andrebbe letto Giorgio Bertone che firma un pezzo dal titolo «Il Cristo bianco e i cristi qualunque. Il quadro di Chagall e l’autocensura degli insegnanti per non urtare gli islamici». L’autore – menzionando gli strali odierni di intellettuali del calibro di Claudio Magris all’indirizzo degli insegnanti – ricorda gli stessi intellettuali impegnati fino a poco tempo fa a sostenere la rimozione del crocefisso dalle aule per le stesse ragioni della disdetta alla mostra.
Super francobollo sul Corsera. Il ministro dell’agricoltura, Maurizio Martina, ci riprova. Al consiglio dei ministri dell’agricoltura ha chiesto l’etichettatura per valorizzare l’origine della materia prima nei prodotti derivati dal latte. Dai francesi agli olandesi e compagnia, avrà suscitato senz’altro entusiasmi.