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Grazie di tutto, Real

Marsiglia. Stadio Vélodrome. Mancano dieci minuti al fischio finale. Cristiano Ronaldo viene travolto, cade rovinosamente a terra. Sembra quasi sfinito. Ma in un nanosecondo si rialza. Ha la forza e la lucidità per ritrovare la palla e scaraventarla in rete.
Repertorio esclusivo dei grandi campioni. Che colpo, amici. Direbbe qualcuno. Il Real è avanti 3 a 1. Per i francesi nessuna speranza. Per i milanisti una grossa boccata d’ossigeno. I fantasmi dell’eliminazione volano via. I fuoriclasse del Madrid graziano quindi il Diavolo, annullano la riscossa dei marsigliesi e regalano così la qualificazione ai ragazzi spenti di Leonardo.
Dal Zurigo a Zurigo. Il cerchio si chiude. A settembre la figuraccia a San Siro, ieri sera una prestazione opaca. In mezzo il miglior Milan degli ultimi anni. Ma i modesti svizzeri bloccano ancora l’estro di Pato e compagni. Vanno in vantaggio, poi un netto rigore su Borriello riaccende – troppo tardi – i sette volte campioni d’Europa. Ma la vittoria, nonostante qualche discreta manovra, non arriva. Serve quindi il talento di Ronaldo, in Francia, a far gioire i rossoneri. L’avventura europea, complice gli spagnoli, prosegue.
Si rompe, invece, il sogno bianconero. E’ una caporetto: a Torino finisce 4 a 1 per il Bayern. E pensare che bastava un pari per raggiungere gli ottavi. Appunto. Un pareggio che pesa tutto il tempo sulla testa di Ferrara e dei suoi. Il vantaggio del solito Trezeguet rovina ancor di più la vecchia signora. Perché smette di lottare, si chiude. Non gioca più. E i tedeschi, in serata di grazia, diventano incontenibili. Non c’è n’è per nessuno: quattro gol seppelliscono le ambizioni europee della truppa juventina.
Stasera tocca all’Inter. Anche per Mou potrebbe bastare un pari. Ma attenzione: Ciro Ferrara ha già fatto scuola. E il Rubin spera, con tutti i i limiti del caso, di emulare l’arrembante Bayern di Van Gaal.

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