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Fuga dalle polemiche e dalla città. Ma al ritorno previsti fuochi d’artificio

Non è che si può sempre far finta di nulla. I veleni, oramai, sono all’ordine del giorno. E se i giornali sono pieni zeppi di polemiche o di scandali, è impossibile tirare dritto come se niente fosse. Il governo è riuscito, scriveva Feltri in un editoriale pubblicato lo scorso sabato, a nascondere prodigiosamente “dietro poche schifezze le molte cose buone condotte a termine”. Quindi va bene il pragmatismo, riconosciuto e apprezzato dagli elettori, e pure la necessità di non buttarsi troppo nella mischia e di coinvolgere ancora di più l’esecutivo nella bagarre che sta sfinendo il partito. Giusto non fare il gioco degli avversari, ostentare sicurezza, serenità, senza perdere quell’innato senso pratico che  differenzia il premier da un politico qualsiasi.
Ma lo stesso Berlusconi sa che il “basso profilo” paga fino a un certo punto. Perché i polemisti non abbassano la guardia. Non perdono occasione per alzare i toni, complice pure un sistema mediatico che trova più accattivante lo scontro che l’incontro. Il clima generale poi, rispetto ad un anno fa, non sembra affatto cambiato.
Alcuni osservatori sponsorizzano la precarietà e profetizzano imminenti cadute. Probabilmente, per l’ennesima volta, mancheranno il bersaglio. Ma meglio non trascurare i tornado, anche se agli occhi dei più equilibrati appaiono come innocui temporali estivi.
C’è l’imprenditore, l’uomo abituato a ragionare in termini di obiettivi e risultati da raggiungere, ma c’è pure il fuoriclasse della comunicazione. Quello, per intenderci, che sorprende tutti e sale sul predellino di un’auto a Milano per inventare l’agognato partito, o quello che prende a braccetto i leader più potenti della terra e li costringe a sorridere per una foto che è già storia.
Il primo, stando alle ultime indiscrezioni, ha già annullato le vacanze per convocare un conclave e studiare la fatidica contromossa. Il secondo dovrà invece inventarsela.
Il Cavaliere, sia imprenditore che comunicatore, deve fare i conti con un problema di non poco conto: non sono previste, a breve o medio termine, elezioni di rilievo. E proprio qui sta la sua unicità: le urne, di questi tempi, farebbero paura a chiunque. Per lui invece sono come la manna che cade dal cielo, energia utile a rigenerarsi e a mortificare le ambizioni dei tanti rivali o aspiranti tali.
In assenza di campagne elettorali, servirà quindi qualcosa di diverso, in grado di scoraggiare denigratori e nemici e porre di nuovo in risalto il lavoro svolto dal governo e i suoi progetti futuri.
Non sappiamo se basteranno puntate speciali di Porta a Porta, manifestazioni popolari, o addirittura l’extrema ratio del voto anticipato.  
Una cosa è certa: difficilmente non accadrà nulla. Comunque vada, saranno fuochi d’artificio.

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