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Ditelo ai vostri amici: siamo di fronte a una scelta di campo

Abbiamo tempo fino a lunedì mattina per telefonare, mandare mail, parlare con gli amici e spiegare con semplicità che ogni voto non dato, ogni voto dato all’Udc (anche dove sono alleati con noi), equivale a regalare un voto a sinistra.
Quella sinistra guidata dai milionari rossi – Michele Santoro & C  – che  hanno occupato la televisione pubblica e che venerdì hanno dato luogo ad una indegna gazzarra travestita da coraggiosa battaglia di libertà. Se fossimo in un Paese normale, ad esempio la Gran Bretagna, la BBC li avrebbe cacciati in cinque minuti perché chi viola un contratto – sin troppo ben pagato – deve pagarne le conseguenze. Se fossimo, come dicono loro, in un regime dittatoriale, si sarebbero dovuti almeno dimettere dalla Rai per dare prova di essere persone coraggiose.
Essi invece sono i peggiori parassiti di regime che l’Italia abbia mai conosciuto. Vivono da nababbi perché i governi di sinistra per godere dei loro favori gli hanno concesso retribuzioni principesche e speculano sulle famiglie in difficoltà di cui non gli frega nulla; parlano di legalità e sono i primi a violarla quando le regole approvate dal Parlamento non piacciono loro; distorcono i fatti con maestria raccontando bugie sulle leggi e sul rispetto da parte dei rappresentanti del popolo. Fingono imparzialità quando invece sono cresciuti nelle cellule della sinistra più o meno leninista. Sono loro la peggiore espressione della telecrazia che dicono di voler combattere. Essi sono l’avanguardia ideologica di un altro manipolo di eversori rappresentato da una parte della magistratura che lascia in libertà i delinquenti comuni perché impiega tutte le sue energie nel tentativo di aggredire da ogni lato l’espressione del voto popolare. Se i militari si comportassero come loro con la loro Associazione Nazionale Magistrati, un partito politico illegale, si parlerebbe di golpe militare.
Questi sono i nemici della democrazia, mentre la sinistra politica, ormai sconfitta dalla storia, si aggrappa a questi nuovi potenti per calcolo cinico di potere. Parlano di lavoro e tentano di impadronirsi di banche. Parlano di lavoro e licenziano dalle Coop, dai loro giornali, dalle strutture economiche che controllano. Parlano di lavoro, ma puntano a mandare in galera chi si oppone ai loro disegni. Hanno distrutto la Campania, la Calabria, la Puglia, il Lazio gestendo il potere “alla Bassolino”, “alla Marrazzo”, “alla Frisullo o alla Tedesco” (Vendola è la foglia di fico con cui si nascondono, tanto che D’Alema & C. voleva farlo fuori). Hanno eretto un regime “alla Delbono” in Emilia-Romagna, hanno fatto favori illeciti agli imprenditori che pagano le loro campagne elettorali  come nelle Marche, si stanno scannando tra loro per  continuare a depredare l’Umbria, dove ancora oggi ci sono persone che aspettano i rimborsi dei danni del terremoto.
Allora, dite a tutti i vostri amici che oggi siamo di fronte a una vera scelta di campo tra la libertà, la democrazia, il cambiamento da un parte, quella di Berlusconi, e il potere antipopolare di questa carovana di magistrati, giornalisti, politicanti che vuole solo mangiarsi l’Italia un pezzetto alla volta . Domenica e lunedì ancora una volta possiamo vincere. E governare nella maggior parte delle  regioni d’Italia, a dispetto di quello che ci raccontano.
Ed ecco la verità sui numeri
Quante sono le Regioni italiane, forse 13, di cui 11 amministrate dalla sinistra e solo 2 dal centrodestra? No certo. Sono – come si è ricominciato da poco ad insegnare a scuola – ben venti. E alle tredici che vanno al voto domenica e lunedì prossimi se ne aggiungono sette in cui si è votato di recente: Val d’Aosta, Trentino-Alto Adige, Friuli Venezia Giulia, Abruzzo, Molise, Sardegna e Sicilia. E sapete com’è si dividono queste sette tra centrosinistra e centrodestra? Tolta la Val d’Aosta, amministrata dal partito autonomista locale Union Valdotaine, il centrosinistra ha vinto in Trentino, mentre il centrodestra ha vinto in tutte le altre.
Se si fanno i conti come si deve, allora, si comprende come il rapporto attuale tra centrosinistra e centrodestra per numero di regioni amministrate sia di 12 a 7. Il che riduce il presunto vantaggio del centrosinistra alle cinque Regioni che dal 1995 sono stabilmente a sinistra: Toscana, Emilia-Romagna, Marche Basilicata e Umbria. Non solo, ma se il centrodestra domenica o lunedì strapperà il governo di due o tre Regioni le bandierine issate saranno alla pari o addirittura vedranno il centrodestra in vantaggio per 10 a 9 o 11 a 8. È così impossibile il cambio di maggioranza in Campania e Calabria? C’è qualcuno che può dare per già aggiudicato alla Bresso invece che a Cota il Piemonte? Siamo tutti così sicuri della vittoria di Bonino in Lazio? (il Predellino).

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