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Ma poi, grazie al migliore dei colpi di scena, ritornano. L’improvvisa resurrezione coincide con quella della squadra che ha saputo credere, nonostante la generale diffidenza, nelle loro capacità.
A fare la differenza? La stima e l’affetto. E una ritrovata serenità. Poi va aggiunto anche uno stimolo nuovo. Un traguardo ambito. Il sogno proibito di chi passa la vita a prendere a calci un pallone: l’imminente campionato del mondo.
Le storie sono due. E i protagonisti pure. Uno a Milano, l’altro a Roma. Il primo, Ronaldinho, dava segni evidenti di ripresa già da qualche mese. Ma con il Siena è letteralmente e definitivamente esploso: tre gol, uno più bello dell’altro. Giocate di classe, forza fisica, entusiasmo. Immancabile balletto al cospetto di migliaia di tifosi rossoneri innamorati. Il fuoriclasse è tornato. In contemporanea con un Milan che adesso pensa davvero in grande.
Nella capitale del principe Ranieri è invece quello spilungone di Luca Toni a riscoprire gloria e sorrisi. Si era perso nei fasti della Baviera, si è ritrovato grazie alla calda accoglienza della lupa. E a un mondiale che si avvicina.
Il fantasista e il centravanti, dopo la crisi e l’anonimato, tornano quindi prepotentemente sulla ribalta. Stelle cadenti, date troppo presto per spacciate, che brillano di luce propria nel firmamento di questa Serie A.
Anche il calcio, come la vita, riesce a dare una seconda opportunità. Basta saperla cogliere.