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Baget Bozzo: Tettamanzi, Sua Eminenza No global

Alla Padania è scappata la penna. La polemica con il cardinale di Milano Dionigi Tettamanzi è eccessiva, fuori luogo e, anziché colpire il prelato, ha finito per essere un boomerang per i leghisti, prova ne sia la cautela del leader della Lega che ha sostanzialmente preso le distanze dal quotidiano del partito.
Ma non c’è dubbio che le parole di Tettamanzi siano state giudicate inopportune dalle gerarchie ecclesiastiche e sbagliate dal popolo dei cristiani che avverte l’Islam come un pericolo.
Un intellettuale cattolico come don Gianni Baget Bozzo ha più volte scritto del difficile rapporto tra Islam ed Europa, chiamando in causa anche il comportamento dei vescovi italiani e in particolare dello stesso Tettamanzi. Secondo Baget Bozzo «è patetica la volontà dei Vaticano ad insistere sul “dialogo”: lo ha fatto ancora il Sinodo dei Vescovi, puntando sul dialogo tra le religioni mentre i musulmani mantengono l’identità tra Cristianità ed Occidente e perciò, se gli americani ammazzano i talebani, essi ammazzano i cristiani. Da un punto di vista cristiano – annotava don Gianni su Panorama il 29 ottobre 2001 – sono martiri uccisi in odio alla fede. E questo vale anche per i cristiani delle Twin Towers, perché appunto i musulmani non distinguono tra Cristianità ed Occidente. Il Vaticano tace sul caso pakistano, fa un telegramma: puro understatement. Anzi, in Italia la sinistra ecclesiastica è proislamica dichiara apertamente, per bocca dell’arcivescovo di Caserta, Nogara, che Bin Laden vendica le Crociate, la conquista dell’America, il colonialismo, le colpe dell’Occidente. Pare impossibile a credere eppure è così. Il mondo cattolico italiano (e non solo italiano) vede negli islamici i vendicatori della globalizzazione che esclude i poveri. Tettamanzi l’arcivescovo no global di Genova, è stato il più votato al sinodo dei vescovi». Dunque, per Baget, è Tettamanzi il capo della sinistra ecclesiastica e filoislamica della Cei. Ma c’è dell’altro. Baget Bozzo, intervenendo sulla Padania l’11 ottobre 2001, indagava anche al fondo dell’ostilità dell’Islam nei confronti del Cristianesimo: «L’Islam ha paura dell’Occidente perché sente in esso una forza creativa che non ha posto nella sua religione della soggezione totale. Del resto, l’Islam ha sempre odiato nel Cristianesimo la Divinità di Cristo, cioè la massima esaltazione dell’uomo. L’Islam è la fabbrica di milioni di martiri cristiani e di cristiani apostati forzati, la sua essenza è la lotta contro il Cristianesimo». E il 12 dicembre 2000, sempre dalle colonne della Padania, il politologo vicino a Berlusconi – dopo aver citato un intervento dell’allora cardinal Ratzinger contro il multiculturalismo – annotava: «L’Europa post rivoluzionaria socialdemocratica ha il suo vertice nel mettere sullo stesso piano il Ramadan musulmano e la Pasqua cristiana come distinto esercizio di uguali diritti. Quello che importa è negare la Tradizione ebraica, greca, romana, sintetizzate nel Cristianesimo come valore trascendente, come valore morale. E con ciò apre le porte al nemico storico dell’Europa cristiana, l’Islam. Per la natura stessa della sua religione l’Islam ha sempre considerato il Cristianesimo come il suo principale nemico. L’obiettivo storico dell’Islam è di distruggere il Cristianesimo, quale unico ostacolo alla realizzazione del Corano: l’islamizzazione del mondo. Un fantasma – concludeva il sacerdote – si aggira per l’Europa: l’alleanza tra il nichilismo socialdemocratico, l’abdicazione dei cattolici al cattolicesimo e la volontà islamica di islamizzare l’Europa». Per Tettamanzi c’è di che riflettere (da il Predellino).

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