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Attenti, quel muro è caduto davvero

La data è abbastanza lontana (due mesi e mezzo circa)  e i giornali e le tv avranno altro a cui pensare.
La crisi economica, l’eterna emergenza immigrazione e vecchi e nuovi rituali politici dominano la scena e concedono pochi spazi.
Ma anche la cosiddetta “cultura”, quella capace di prescindere dalle incombenze dell’attualità, non sembra attratta più di tanto dalla quasi imminente ricorrenza. E soprattutto dalle sue conseguenze, che invece sono epocali. 
Il 9 novembre del 1989 è caduto il muro di Berlino. E con lui sono crollate una Nazione, un’ideologia, un modo di concepire l’esistenza. 
E’ cambiata la politica, anche quella italiana. Priva di un protagonista indiscusso come il Pci. Sono crollati gli steccati e quei punti di riferimento che guidavano la democrazia del Belpaese. E’ venuta la Seconda Repubblica, Berlusconi, il Pds e i Ds. Poi il Pd e il Pdl. E’ successo di tutto dopo quel 9 novembre. Una data che ha sconvolto il mondo più dell’11 settembre.
Sarebbe interessante scoprire, venti anni dopo, cosa ne pensano i movimenti culturali di oggi: i giornalisti, gli intellettuali, i politici e gli elettori. Mettere a confronto le interpretazioni, valutare le evoluzioni o involuzioni. E innanzitutto commemorare, come si deve, la caduta di un regime sanguinario e di una dottrina fallimentare.
Sarebbe assai curioso scoprire, inoltre, come quel giorno le maestre nelle scuole racconteranno ai loro alunni,  che all’epoca non erano nemmeno nati,  un avvenimento così importante.
In diretta, in quel 9 novembre del 1989, non tutti i bambini, probabilmente, ebbero la sensazione di vivere un giorno di festa. Per le paure, i pregiudizi o la faziosità di qualcuno.
Ma non è mai troppo tardi: adesso è più semplice raccontare la Storia e creare, dal basso, una memoria condivisa.

 

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