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Manovra/ Pdl e Sindacati divisi tra critici e possibilisti

Manovra -Saccomanni-Letta-Alfano
Scritto da vocealta

Manovra -Saccomanni-Letta-AlfanoLa legge di stabilità è buona per Angelino Alfano e pessima per Sandro Bondi. Il vicepremier, riprendendo un cavallo di battaglia del centrodestra, dichiara senza mezzi termini che la manovra «non mette le mani nelle tasche degli italiani. Anzi, per la prima volta dopo molti anni, la pressione fiscale sui cittadini, famiglie e imprese diminuirà, passando nel prossimo triennio dal 44,3% del 2014 al 43,3% del 2016. Il Pdl si è dunque confermato ‘sentinella anti-tasse’».

L’ex ministro dei Beni culturali la vede esattamente al modo opposto: «Di questa stabilità l’Italia può morire. Si tratta infatti di un provvedimento che non aiuta l’economia a crescere e che prevede un aumento consistente delle tasse per ora abilmente camuffate. Tutto questo non tarderà a venire alla luce». Ma all’interno del Pdl emergono un po’ tutte le sfumature, dal negativo al positivo. Se la portavoce del gruppo Pdl alla Camera Mara Carfagna ritiene le misure varate «non adeguate ad affrontare la situazione economica, che è ancora grave, né a favorire il rilancio dei consumi», il presidente della commissione Lavoro del Senato, Maurizio Sacconi, esprime una critica più tiepida: «Il lavoro, il mercato del lavoro, continuano a non essere oggetto di quella forte correzione regolatoria che è auspicata da tutti gli organismi sovranazionali».

Parzialmente divisi anche i sindacati. Cgil e Uil non sentono ragioni: per Susanna Camusso, la manovra «smentisce le promesse fatte in queste settimane da molti ministri. Non c’è alcuna discontinuità rispetto alle politiche precedenti, le cifre che si sono potute vedere a sostegno dei redditi di lavoratori e pensionati non sono sufficienti e si aggredisce il lavoro pubblico anche sulle politiche sociali». Anche Luigi Angeletti rimprovera al governo di aver «detto basta ai tagli lineari, annunciando: d’ora in poi solo operazioni chirurgiche sulla p.a. per decidere dove investire e dove tagliare. Cosa c’è invece di più lineare di bloccare la contrattazione? Colpisce tutti i lavoratori dipendenti». Più possibilista il segretario della Cisl Raffaele Bonanni che fa notare come nella manovra vi sia «ora una inversione di tendenza sul fisco. Ma è ancora un segnale troppo debole. I lavoratori ed i pensionati giustamente vogliono di più».

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