«La decisione di Scelta Civica e del Partito Democratico di sostenere il voto palese insieme al Movimento 5 Stelle è la violazione del principio di civiltà che regola, da decenni, il voto sulle singole persone e i loro diritti soggettivi». Lo sostiene in una nota il vicepresidente del Consiglio e ministro dell’Interno, Angelino Alfano. «E ora, innanzitutto in sede parlamentare – assicura Alfano – lì dove si è consumato questo sopruso, sarà battaglia per ripristinare il diritto alla democrazia».
Una decisione cui il Pdl si oppone con forza: «Una pagina buia per le regole parlamentari – afferma il presidente dei senatori azzurri Renato Schifani – la Giunta ha violato le regole in maniera surrettizia, con grave responsabilità dello stesso presidente del Senato, per consentire al Pd e ad altre forze di imporre ai loro senatori un voto contro il leader del centrodestra. La giornata di oggi non potrà non avere conseguenze». Nelle colonne del ‘Mattinale’ del Pdl si parla addirittura di «fascismo parlamentare».
Alcuni dei ‘falchi’ più intransigenti del Pdl, a partire da Daniela Santanché, dichiarano che non sono disponibili a confermare la fiducia al governo Letta. Ma il dato al momento più rilevante è che il voto della Giunta sembra avere ottenuto l’immediata conseguenza di ricompattare il centrodestra attorno al suo leader. Dal canto loro, anche i ministri Lupi e Quagliariello si sono espressi negativamente sul voto palese: «Certe decisioni – afferma quest’ultimo – fanno il gioco di un partito trasversale che vuole portare il Paese alle elezioni anticipate, un partito che crede che Renzi possa vincere facile contro un centrodestra senza il suo leader. Sarebbe il caso che qualcuno se ne rendesse conto, Letta e Franceschini si sveglino».
