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Papa/ Verso il Brasile (con bagaglio a mano) chiede lavoro per i giovani

Papa con la valigia
Scritto da vocealta

Papa con la valigiaC’è tutto Jorge Mario Bergoglio nel borsone nero che si è portato – a mano – sull’aereo che lo porta in Brasile per il suo primo viaggio internazionale da romano Pontefice. C’è sicuramente la sobrietà dell’uomo che non si lascia cambiare dal potere. Già da arcivescovo di Buenos Aires non aveva modificato le sue abitudini: viaggiava in metro, si cucinava da solo ed abitava in un appartamento ordinario. Da Papa ha pagato la stanza d’albergo, ha scansato paramenti e ornamenti preziosi, ha scelto di muoversi con una berlina anonima e vivere nel residence Santa Marta anziché trasferirsi (e isolarsi) nel palazzo apostolico. Sotto la talare bianca indossa pantaloni neri e scarpe nere da prete.

Non poteva mancare un borsone di pelle nera, spuntato oggi dalla mano sinistra del Papa che saliva le scalette dell’airbus Alitalia prima della partenza per Rio de Janeiro. Un oggetto che mette plasticamente in mostra non già la diffidenza, ma certo l’autonomia di Papa Francesco rispetto al suo entourage. Il pontefice argentino ha alcuni fidati collaboratori, ha diversi amici, a Roma e oltre l’Atlantico, ha l’inclinazione ad ascoltare molti interlocutori, ma è un uomo abituato a muoversi e a decidere da solo. Tanto più in una Curia romana che il Papa intende riformare da cima a fondo (a questo fine dopo il Brasile rimarrà per tutto agosto a lavoro in Vaticano) e dove, a dispetto della sua popolarità, diversi monsignori guardano al Pontefice con qualche apprensione. La borsa nera, infine, conferma quanto già emerso nei primi quttro mesi dall’elezione del 13 marzo. Jorge Mario Bergoglio è un Papa che parla con le parole, con le decisioni (il commissariamento dello Ior e degli organismi economici del Vaticano, l’avvio di una riforma della Curia romana con una squadra di otto cardinali fidati), ma anche con i gesti. Vuole una Chiesa “povera e per i poveri”, vicina al “popolo” cattolico e alle “periferie”, geografiche ed esistenziali, e – uomo di preghiera e comunicatore scaltro – lo dimostra ogni giorno. Scegliendo, nonostante lo sconcerto di addetti al protocollo e alla sicurezza, di recarsi a Lampedusa, di lavare i piedi a una giovane musulmana, di lasciare vuota la sedia ad un concerto in suo onore in Vaticano, di rinunciare – come farà in Brasile – ad un’auto blindata.

O, appunto, di salire la scaletta dell’aereo non come un sovrano ma come un passeggero qualsiasi, bagaglio a mano compreso. Nella società delle immagini globali, una scelta che parla più di tanti discorsi. Il viaggio del Papa in Brasile per la 28esima Giornata mondiale della gioventù (Gmg) è cominciato questa mattina presto e si concluderà con il ritorno a Roma lunedì prossimo. Il Papa è giunto in elicottero all’aeroporto di Fiumicino poco prima delle 8.30, accolto dal presidente del Consiglio Enrico Letta. «Ascolteremo mai come questa volta il grido di speranza da Rio #Gmg, faremo di tutto per dar risposte ai giovani», ha commentato su Twitter il premier. L’aereo papale, un Airbus A330 dell’Alitalia, è decollato alle 8.53 alla volta di Rio de Janeiro.

Nel velivolo che accompagna il Papa nella ‘sua’ America latina, un centinaio di persone tra accompagnatori del Papa (ci sono i cardinali Bertone, Ouellet e Braz de Aviz) e giornalisti internazionali. A differenza degli anni di Benedetto XVI, niente conferenza stampa a bordo, ma il Papa ha comunque rivolto un breve saluto ai cronisti. «Corriamo il rischio di avere una generazione che non avrà trovato lavoro», ha detto il Papa in volo verso un paese scosso, le ultime settimane, dalle proteste di piazza. «La crisi mondiale non fa cose buone con i giovani», ha proseguito, denunciando altresì una «cultura dello scarto» che viene esercitata dalla società odierna in particolare con gli anziani. Questo primo viaggio, ha detto il Papa, «è per incontrare i giovani: vorrei trovarli inseriti nel tessuto sociale, nella società» e «quando isoliamo i giovani, commettiamo un’ingiustizia. Togliamo loro l’appartenenza. I giovani hanno un’appartenenza ad una famiglia, ad una cultura, ad una fede. Non dobbiamo isolarli. Sono il futuro perché andranno avanti. Ma anche l’altro estremo, gli anziani, sono il futuro del popolo: hanno la saggezza della vita, della storia, della patria, della famiglia e ne abbiamo bisogno», ha concluso il Papa prima di salutare uno a uno tutti i giornalisti presenti a bordo.

L’aereo del Papa è previsto che atterri all’aeroporto internazionale Galeao/Antonio Carlos Jobim di Rio alle 16 locali (le 21 in Italia). Al suo arrivo lo accoglieranno i vertici della Chiesa locale e la presidente Dilma Rousseff la quale, per la visita papale, ha invitato a Rio tutti i presidenti dell’America Latina. Alle 17.40 (22.40 di Roma) Bergoglio compirà una visita di cortesia alla presidente nel palazzo Guanabara, sede del governatore di Rio de Janeiro. Finita la cerimonia ufficiale, probabilmente alle ore 18.30 circa (le 23.30 in Italia), il Papa si ritirerà presso la sua residenza temporanea, ‘Sumaré’, dove resterà 36 ore per un soggiorno privato che gli consentirà smaltire il fuso orario e il lungo viaggio in aereo. Il tema della Gmg, pensato già da Benedetto XVI prima delle dimissioni, è: “Andate e fate discepoli tutti i popoli!”. Papa Francesco ha voluto dare un’impronta personale con la tappa al santuario di Aparecida e gli incontri alle “periferie” degli ultimi: favelas, ospedali e detenuti. Proprio ad Aparecida, nel 2007, Bergoglio si fece apprezzare dai confratelli vescovi in occasione del periodico incontro del Celam (Consiglio episcopale latino-americano), a posteriori una sorta di ‘volano’ della sua affermazione in Conclave. E nel santuario si recherà mercoledì prossimo per affidare ai piedi della Vergine non solo la Gmg ma anche il suo pontificato. In serata visiterà l’ospedale San Francesco specializzato nel recupero di dipendenti da alcool e droga, un dramma che ha visto “padre Jorge” in prima linea nei suoi 14 anni da arcivescovo di Buenos Aires. Alla favelas di Varginha – periferia di Rio, “bonificata” da criminalità e narcotraffico da un programma di recupero governativo – si recherà giovedì mattina mentre venerdì incontrerà gli esclusi per eccellenza: i carcerati.

Papa Francesco entrerà nel vivo della Gmg – orientata sul tema della missionarietà – giovedì pomeriggio quando sullo sfondo del lungomare di Copacabana sarà accolto dai giovani giunti da ogni parte del mondo: due milioni secondo le ultime stime. Venerdì mattina – giornata penitenziale – il Pontefice confesserà alcuni ragazzi della Gmg nel Parco della Quinta da Boa Vista mentre a mezzogiorno reciterà l’Angelus. Come è ormai consuetudine in ogni Gmg, il Papa consumerà il pranzo con 12 giovani, in rappresentanza dei cinque continenti. Venerdì sera, sarà ancora il litorale di Copacabana a fare da sfondo alla Via Crucis dei giovani. Sabato, Giornata della gioia, dopo la messa in cattedrale con i vescovi ed i sacerdoti presenti a Rio e l’incontro con la classe dirigente brasiliana, Papa Francesco in serata si recherà nella immensa spianata di Guaratiba ribattezzata ‘Campus Fidei’, per la grande Veglia di preghiera con i giovani che rimarranno lì tutta la notte in attesa, domenica mattina, della celebrazione conclusiva della Gmg. Celebrazione a cui seguirà l’Angelus. Prima di lasciare Rio, Papa Francesco incontrerà il Comitato di coordinamento del Celam riunito nella città carioca e 15mila volontari, in rappresentanza dei 60mila che hanno reso possibile la riuscita del grande raduno giovanile in terra brasiliana.

«In un periodo di fragilità culturale e materiale per tanti giovani, grande è l’attesa per un messaggio di coraggio e di speranza», ha commentato il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano nel tradizionale messaggio di risposta al telegramma che gli ha inviato il Papa al momento di lasciare il suolo italiano. Nel corso della sua permanenza a Rio – dove si sposterà in jeep scoperta per un miglior contatto con la gente – tra i tanti appuntamenti del Papa è prevista anche la benedizione delle bandiere olimpiche per i Giochi del 2016 e la consegna delle chiavi della città di Rio. Eventi che, peraltro, nelle scorse settimane hanno innescato, per le loro elevate spese, le proteste di piazza contro il governo (quello centrale e quelli locali). E’ possibile che, nonostante le misure di sicurezza, le manifestazioni approfittino della grande visibilità mediatica della visita di Bergoglio per riprendere ed è prevedibile che il Papa faccia almeno indirettamente accenno alle proteste popolari. Il Papa – aveva peraltro detto alcune settimane fa il cardinale Raymundo Damasceno Assis, arcivescovo di Aparecida, dopo un incontro a Roma con il Papa. «non è preoccupato» dalle manifestazioni. «Vede queste manifestazioni come una cosa normale, naturale in un Paese democratico, dove la gente ha il diritto di manifestare. Però, queste manifestazioni devono svolgersi in un clima di rispetto della persona, dei diritti delle persone e soprattutto svolgersi senza alcuna aggressione».

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