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Sanità/ I medici sullo sciopero: «Il Ministero dell’Economia poco attento ai problemi»

sciopero medici
Scritto da vocealta

sciopero medici«Ringraziamo tutti i medici e i dirigenti che hanno dimostrato, con questa alta adesione, di aver compreso e condiviso le ragioni della protesta. Il che non si può dire del ministro dell’Economia e dei dirigenti del suo ministero che non hanno trovato tempi e modi per dimostrare attenzione e rispetto nei confronti dei professionisti che hanno animato un civile sit-in sotto le loro finestre, incontrando una loro delegazione».

E’ quanto affermano in una nota i sindacati medici che oggi a Roma hanno organizzato un sit-in davanti al ministero dell’Economia, in difesa del Ssn e a tutela della professione. «La percentuale dei partecipanti, al netto del personale in ferie e di quello comandato – sottolinea l’Intersindacale – ha superato il 70% garantendo comunque le prestazioni urgenti e indifferibili».

I sindacati ora aspettano risposte dalle Istituzioni. «In particolare attendiamo: politiche di salvaguardia e rilancio di un servizio sanitario pubblico e nazionale che in maniera strisciante sta tagliando quantità e qualità dei servizi; la fine di un abuso di contratti atipici che ha creato un precariato di lunga durata per giovani medici impegnati in settori fondamentali quali il pronto soccorso e i trapianti, unica alternativa offerta loro rispetto alla fuga dal Paese che vanifica anche l’investimento formativo; un cambio di paradigma del sistema formativo dei medici pre e post laurea, con la piena partecipazione del Ssn e la rottura di anacronistici, e fallimentari, monopoli».

E ancora: «Il miglioramento delle condizioni di lavoro negli ospedali, peggiorate da un feroce e indiscriminato blocco del turnover che determinerà nei prossimi 4 anni una carenza di circa 30.000 medici necessari al funzionamento dei servizi ospedalieri e territoriali; risposte legislative chiare e risolutive al tema della responsabilità professionale e al suo corollario di polizze assicurative sempre piu’ gravose dal punto di vista economico e sempre più povere di tutele efficaci; il termine al 2013 dei blocchi alla contrattazione imposti dai governi precedenti, attraverso l’apertura di una stagione contrattuale finanziata dai vecchi Ccnl, e non dalla spesa pubblica».

«Auspichiamo – aggiungono le organizzazioni sindacali – che la politica sia capace di recepire il segnale di allarme e difendere insieme il servizio sanitario pubblico ed il valore sociale del lavoro di chi è deputato a tutelare un bene costituzionalmente protetto. Chi può, e deve, agisca ora anche per evitare di incattivire una situazione al limite del tollerabile attraverso un blocco a tempo indeterminato del diritto a negoziare le condizioni di lavoro per migliorare qualità e sicurezza delle cure».

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