Politica

Magistratura indipendente si ribella a Cascini e Palamara

Magistratura indipendente, la corrente uscita rafforzata dalle ultime elezioni per il consiglio superiore della magistratura, attacca duramente la gestione dell’Anm condotta da Luca Palamara (Unicost) e Giuseppe Cascini (Md). Magistratura indipendente, dopo i lusinghieri risultati conseguiti nelle elezioni per il rinnovo dell’Anm, è stata infatti esclusa dalla partecipazione alla giunta dell’associazione magistrati. Attraverso le parole di due rappresentanti interni al comitato direttivo centrale (il “parlamentino” dell’associazione), Aldo Morgigni e Antonietta Fiorillo, Magistratura indipendente (Mi) dopo l’ennesima iniziativa convocata senza alcuna previa informazione dei componenti del comitato direttivo denuncia il comportamento autoritario tenuto dall’asse Md-Unicost. Si chiede Morgigni: «La circostanza di essere componente di un gruppo, Magistratura indipendente, che non ha rappresentanti in GEC comporta automaticamente l’estromissione da qualunque decisione dell’ANM?». A questo punto il magistrato attacca con forza: «Se si pensa che la presenza nel comitato direttivo di colleghi che appartengono ad un gruppo che, per sua scelta associativa, non ha rappresentanti nella giunta esecutiva sia più che altro un impiccio inutile o una perdita di tempo, perché tanto decide la maggioranza, basta dirlo apertamente. Non siamo obbligati a stare tutti insieme». Sulla stessa lunghezza d’onda Antonietta Fiorillo, segretario nazionale di Magistratura indipendente: «sono ancora una volta costretta a ricordare a Palamara e Cascini che con l’attuale assetto dell’ANM, guidata da una giunta di maggioranza, la sede “necessaria” di discussione è il comitato direttivo; organo che è sempre stato convocato con molta parsimonia e sempre o quasi perché costretti dalle richieste di Mi o alle evenienze contingenti. Non si comprende davvero – prosegue Fiorillo – perché non sia coinvolta Mi che, fino a prova contraria, fa parte anch’essa dell’Associazione e che rappresenta numericamente il secondo gruppo. In un momento in cui la politica alza nuovamente il tiro, è profondamente sbagliato estromettere dal confronto una delle componenti dell’Associazione, mortificando e rendendo muti, non una corrente della magistratura, ma tutti quei magistrati che negli ideali da essa portati avanti si riconoscono».

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