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La rassegna di SPIN (30-06-2015)

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Scritto da vocealta

rassegnaAnche oggi le prime pagine sono tutte incentrate sull’Europa: crisi greca, crollo delle Borse, impotenza dell’Unione. Intervista di Matteo Renzi al Sole 24 Ore sulla crisi e le presunte ricadute sulla situazione italiana. La politica interna si segnala per il solito caso De Luca e riaffiora l’Italicum. Torna in edicola L’Unità.

Intervista a Renzi. “Siamo fuori dalla linea del fuoco, vi spiego perché” è il titolo dell’intervista in prima pagina sul Sole al presidente del Consiglio firmata dal direttore Napoletano. «Il percorso iniziato di riforme strutturali, l’economia che torna a crescere e l’ombrello Bce ci mettono al riparo dai rischi di un default greco». E ancora: «Non sarà semplice fare una manovra da 20 miliardi ma le clausole di salvaguardia non scatteranno. Che l’Europa debba cambiare lo diciamo da mesi. Dare la colpa alla Germania è un comodo alibi ma non corrisponde alla realtà».

Crisi greca. La cronaca della giornata racconta del crollo delle Borse, della decisione greca di non rimborsare il prestito, le dichiarazioni di Juncker (“Mi sento tradito”) e la posizione di Angela Markel (“Senza l’euro nessun futuro in Europa”.

Bastasin nel suo editoriale sul Sole ricorda il “peccato originale” e  cioè la falsificazione dei conti da parte della Grecia.

Come al solito vale la pena leggere Alessandro Penati su Repubblica: “La pistola scarica di Varoufakis”: «A cinque anni dalla prima dichiarazione di insolvenza, il programma di ristrutturazione del debito greco è precipitato nel caos. Difficile scovare altri esempi di crisi del debito sovrano gestite in modo così incompetente e inconcludente».

Sul Corriere un’analisi di Wolfgang Munchau: “L’impresa difficile (ma possibile) di salvare le banche greche. Francia e Italia potrebbero tentare di riaprire le trattative per evitare il Grexit, convincendo la Germania”.

Federico Fubini racconta sul Corriere quella che viene definita nel titolo “La vita in contanti in un’economia (quasi) di guerra” con code alle farmacie e razionamenti.

Molte le interviste di Repubblica, da segnalare quella a Lucrezia Reichlin che definisce inetto il governo greco: «Con l’uscita di Atene entrano in crisi le fondamenta stesse del progetto dell’Unione. Il referendum è senza senso e anche se vince il sì la permanenza è tutt’altro che certa».

Due analisi interessanti sul Sole. Mario Platero si sofferma sui timori di Obama. «La preoccupazione di Grexit non è solo finanziaria ma soprattutto politica».  Attilio Geroni, invece, sul dilemma del Fondo Monetario Internazionale: “Default o non default?” e ricorda che Atene oggi avrebbe dovuto rimborsare 1,56 miliardi al Fondo.

“L’intesa era davvero impossibile?” si chiede La Stampa che mette a confronto le posizioni di Atene e Bruxelles; dalle pensioni ai tagli alla difesa alle aliquote Iva.

Per Marco Fortis, sul Messaggero: «Si poteva prevedere sin dall’inizio in che guai ci saremo cacciati. Errori grossolani ne sono stati fatti sin da quando la Grecia è stata ammessa nell’euro nel 2001. Un’entrata avvenuta troppo precipitosamente e avvenuta esclusivamente sulla base di parametri finanziari (che poi si è scoperto, peraltro, non erano nemmeno sostenuti da dati veritieri, anzi erano stati falsificati).

«Non è un incidente» scrive Giuliano Ferrara che sul Foglio contesta la tesi del Financial Times: «Non può che finire così con chi non modernizza il sistema e traffica con finte tassazioni».

“Una questione di sopravvivenza” è l’editoriale del Corriere firmato Antonio Polito. Ed è anche una questione di leadership, come scrive il vicedirettore di via Solferino.

Politica interna. A fare da trait d’union tra la crisi greca e gli affari di casa nostra ci pensa Stefano Folli: “Il premier sotto assedio dei Syriza di casa nostra. Grillini e Carroccio sono convinti che il caos ad Atene porterà loro numerosi vantaggi, comunque vada a finire”.

Presentato un ricorso contro l’Italicum. Un documento di 38 pagine redatto dagli stessi che “rottamarono” il Porcellum. Per loro il premio di maggioranza è incostituzionale. Cinque – a detta loro – i vizi della legge elettorale. Ne scrive Monica Guerzoni sul Corriere.

Si discute ancora del caso De Luca. La Stampa intervista Gennaro Migliore, renziano: «Conoscevamo il rischio di tornare alle urne. De Luca avrebbe fatto bene a nominare immediatamente la Giunta».

Sempre sul quotidiano torinese Marcello Sorgi ricorda come siano tre (Campania, Piemonte e Sicilia) le “regioni a rischio per le faide nel Pd”.

Il Fatto quotidiano racconta quel che sta avvenendo in Sicilia. “Crocetta, guerra col Pd: «Faraone sembra Lima»” è il titolo scelto.

Di Sicilia si occupa anche Il Giornale con Giuseppe Alberto Falci in una storia di lifting (doveva farselo anche Crocetta), arresti e sfiducia, una vicenda che è a metà tra il politico e il giudiziario.

Sul Giornale, in prima pagina, Adalberto Signore scrive che “non è più Renzi a dettare l’agenda”.

Oggi torna in edicola L’Unità. Editoriale del direttore Erasmo d’Angelis (“Voglia di Unità”). Alla crisi greca dedica in prima pagina una foto ma l’apertura è dedicata al caso Roma: “#AntimafiaCapitale: ecco le centinaia di associazioni di volontari che raccontano la vera Roma. Fuori i corrotti e i corruttori: la prima campagna del nostro giornale”. Con un commento nelle pagine interne di Matteo Orfini dedicato al tema: “Come una guerra di liberazione”. C’è in prima anche il bentornato di Matteo Renzi.

Giustizia. Si costituisce Paolo Ligresti, accusato di aggiotaggio e falso in bilancio in uno dei filoni dell’inchiesta Fonsai e latitante da due anni.

Slitta al 27 novembre la maxiudienza dei 20mila creditori dell’Ilva, ci sarà – scrive La Stampa – una mobilitazione più ampia del caso Parmalat.

Dai pm di Cremona – scrive il Corriere – la richiesta di rinvio a giudizio per frode sportiva ai danni del ct della Nazionale di calcio Antonio Conte. Il provvedimento dovrebbe partire tra pochi giorni.

In Francia, dopo la rivolta dei tassisti, sono stati arrestati due manager di Uber. Hollande: “Non pagano le tasse, quella società va sciolta”.

Esteri. Intervista in prima pagina sul Corriere al presidente ucraino Poroshenko: «Putin non rispetta i patti, chiediamo armi pesanti agli Usa. Finché la Russia non si convincerà a ritirare le truppe di occupazione dal mio Paese le sanzioni economiche dell’Europa devono continuare».

Il Corriere intervista il leader islamico tunisino moderato Ghanouchi: «Sull’Isis serve tolleranza zero. Attaccano la Tunisia perché è sulla via democratica e per i suoi legami con l’Europa».

Su Repubblica un’analisi da leggere di Patrick Cockburn tratta dall’Independent: “Un anno di califfato. Così gli errori dell’Occidente hanno aiutato l’Is. Fra le cause della disfatta, le valutazioni sbagliate di Stati Uniti e Unione europea ma anche la debolezza di Iraq e Siria”.

Attentato al Cairo, ucciso il procuratore generale che processò i Fratelli musulmani.

Altro. Galli della Loggia sul Corriere riapre un antico dibattito ed esprime dubbi sulla candidatura di Roma elle Olimpiadi.

Fausto Biloslavo sul Giornale: “Nelle moschee italiane in 50mila stanno con l’Isis”.

 

 

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