Dress Codes

La rassegna di SPIN (01-05-2015)

logo spin
Scritto da vocealta

logo spinTante le aperture dedicate a Expo che oggi si inaugura a Milano. Spazio anche alla bocciatura di una norma della legge Fornero sulle pensioni da parte della Corte Costituzionale. In primo piano il tema del lavoro, oggi è primo maggio. Non manca qualche considerazione sull’Italicum. Interviste sia a Sergio Mattarella che a Giorgio Napolitano.

Expo. «È il segno che l’Italia riparte», dice il presidente della Reubblica Sergio Mattarella in un’intervista al Corriere in cui ha parlato della crisi mondiale, del tema della crescita illimitata e anche della corruzione in Italia: «È un’infezione che può distruggere il corpo di una società. Dobbiamo tenere alta la vigilanza, perché la crisi, le diseguaglianze, la delusione indeboliscono gli anticorpi».

Sul Foglio, invece, Salvatore Merlo descrive i primi cento giorni al Quirinale di Mattarella e spiega perché Renzi lo teme.

Sempre a proposito di Expo, ampio spazio sul Corriere con undici pagine. Scrive Giangiacomo Schiavi in prima pagina: «Anche con i suoi limiti e il suo travagliato avvio, Expo è l’epicentro di una svolta possibile per orientare i nuovi bisogni».

Allarme per black bloc e anarchici.

Repubblica intervista l’arcivescovo di Milano Angelo Scola: «Siamo una metropoli europea ancora non consapevole di esserlo. Questa è la nostra occasione».

La Stampa sente il ministro Delrio che dichiara: “Proteste incomprensibile, mica è un vertice di potenti. Mi ha colpito molto lo sciopero dei trasporti a Milano e che la notizia abbia fatto il giro del mondo. In altri paesi, come la Germania, uno sciopero è valido se la maggioranza dei lavoratori lo approva».

Fornero. Spazio alla bocciatura, da parte della Corte Costituzionale, di una norma della legge Fornero che bloccava l’adeguamento all’inflazione delle pensioni con importo superiore a tre volte il minimo Inps. Ora si apre un buco di 5 miliardi.

Repubblica intervista l’ex ministra: «La norma non è mia, non rientrava nella riforma delle pensioni. Detto questo, bloccare le pensioni alte, o comunque non quelle più basse, in un momento di grave crisi finanziaria è una manovra contro la quale è difficile eccepire».

Federico Fubini, sempre su Repubblica: «Così svanisce il sogno di un tesoretto, ora rischiamo un deficit fuori controllo». Concetto che riprende anche Dino Pesole sul Sole.

Lavoro e ripresa. Primo maggio. Repubblica intervista l’ex presidente della Repubblica Giorgio Napolitano: «Il dramma disoccupazione è oltre il livello di guardia, il sindacato si è arroccato, ora deve rinnovarsi. È presto per giudicare il Jobs Act. I contratti a tempo indeterminato stanno crescendo».

La Stampa intervista Filippi Taddei, responsabile Economia del Pd: «La ripresa è lenta ma è partita».

“La lenta redistribuzione del lavoro” è il titolo dell’editoriale di Alberto Orioli sul Sole: “Se non aumenterà la velocità di uscita dalla recessione, seguiranno altri guasti come la perdita di capitale umano”:

Il Sole dedica anche un editorialino alla ripresa della Spagna.

Interessante lettera sui derivati su Italia Oggi di Mario Lettieri e Paolo Raimondi: “In quattro anni lo Stato ha pagato 23 miliardi di euro a causa dei derivati andati male”.

Sempre su Italia Oggi lettera di Paolo Savona: “Un apolitica economica sbagliata, l’Italia pè vittima della superbia intellettuale della Ue”.

Italicum. L’opposizione interna al Pd in cerca di un leader. Titolo muscolare all’articolo di Maria Teresa Meli: «Renzi: “li abbiamo distrutti e non andremo sotto neanche a Palazzo Madama”».

Della frantumazione e dei parricidi a sinistra si occupa Filippo Ceccarelli su Repubblica. Eloquente il titolo del punto di Stefano Folli su Repubblica: “Il cantiere tutto da aprire dell’alternativa a Renzi”.

Il Corriere della Sera ospita, a pagina 29, un Michele Salvati favorevole al metodo Renzi per l’Italicum. Titolone: “Il governo del leader non minaccia la democrazia”. Ancora: “Una concezione maggioritaria come quella adottata dall’attuale proposta di legge elettorale era già discussa e accettata all’interno della sinistra moderata. Nel Pd è stato superato il modello di partiti dei notabili che agiva per mediazioni continue”.

Sul Sole 24 Ore intervista doppia (con stesse domande) sulla nuova legge elettorale a Roberto D’Alimonte e Valerio Onida.

“Adesso si può votare” titola il Foglio.

In un’intervista al Corriere del Mezzogiorno, Franco Cassano spiega perché votando sì all’Italicum non ha tradito la sua storia.

Centrodestra. In primo piano la crisi di Forza Italia, l’allarme dei parlamentari per Berlusconi distratto dalle dismissioni di famiglia. Rischia di saltare l’intesa con Fitto in Puglia.

Il Messaggero intervista Guliano Urbani che dice: «Giusto cedere club, azienda e partito. Forza Italia ha esaurito la sua funzione».

Il Foglio dedica l’apertura al caso Milan con un articolo di Lanfranco Pace: «Il Milan non accende più l’immaginario, il Cav. Può vendere serenamente purché faccia in fretta”.

Su Libero Giancarlo Perna intervista Bisignani che tra le altre cose dice: “Craxi avrebbe già risolto il problema dei barconi”.

De Bortoli. Spazio su tanti giornali al saluto di ieri di de Bortoli al Corriere (nominato nuovo direttore Luciano Fontana) in cui definisce Renzi un maleducato di talento e si augura che Mattarella non firmi l’Italicum.

Misoginia. A proposito di concezione della donna, da noi Brunetta conquista qualche riga sui giornali per aver definito volubile la ministra Boschi. Negli Usa, invece, racconta Rampini su Repubblica, la Budweiser è stata costretta a scusarsi per lo slogan “La birra perfetta per abolire la parola No nel vocabolario notturno”, ritenuto sessista. Negli Stati Uniti è in corso la campagna “Yes means yes”: ossia, sesso consensuale solo se c’è un sì esplicito.

Esteri. Spy story. Germania accusata di aver spiato francesi e Unione europea e aver poi passato informazioni agli americani. La Merkel smentisce. Ne scrivono un po’ tutti.

Su Repubblica articolo di Ed Miliband, leader del partito laburista britannico, in vista delle elezioni del 7 maggio.

Trentatré anni fa (il 30 aprile) venne ucciso dalla mafia Pio La Torre. Il Fatto quotidiano lo ricorda con un estratto del libro scritto dal figlio Franco.

 

Riguardo l'autore

vocealta