Salute

Gli italiani si fidano del proprio medico e dicono addio al dottor Google

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E' il medico il principale referente per la salute degli italiani. Uno studio Censis-Fnomceo dimostra infatti come il medico non solo sia considerato il maggiore garante del benessere del paziente nell'87,1% dei casi ma anche la principale fonte informativa su temi di salute per il 72,3% degli italiani. Sembra che il dottor Google sia andato in pensone anticipata.

La ricerca del Censis "Il medico pilastro del buon Servizio sanitario", presentata ieri a Roma nell'ambito dell'evento di Fnomceo "40 anni del Servizio sanitario nazionale. La conquista di un diritto, un impegno per il futuro", rivela che il libero giudizio clinico del medico ha un valore preponderante su procedure e opzioni di cura prestabilite«I cittadini vogliono un medico preparato, competente, e che si faccia carico dei loro problemi, delle loro esigenze, comprendendone anche il disagio, il dramma che la malattia provoca» commenta Filippo Anelli, presidente della Fnomceo (Federazione Nazionale degli Ordini dei Medici Chirurghi e degli Odontoiatri). E' dunque importante non solo la conoscenza aggiornata delle patologie e delle cure ma anche la capacità di valutare il singolo caso clinico. Non solo, il paziente si aspetta di avere una relazione umana col suo medico, basata quindi sulla fiducia reciproca e sull'empatia.

I dati mostrano inoltre un nuovo equilibrio nella relazione medico – paziente, dove nel 58% dei casi l'assistito non è più soltanto oggetto passivo di esami e cure ma desidera collaborare in prima persona con il suo medico nel decidere quali siano le misure più appropriate per la tutela del suo benessere. Per il 22,4% invece il rapporto è leggermente asimmmetrico: il paziente decide da sé solo in seguito al consulto con il proprio medico.

Cosa fa infine di un medico un buon medico? Per il 45,5% degli intervistati è fondamentale il supporto psicologico e la dimensione relazionale, per il 42,3% la competenza in senso stretto, quindi la conoscenza tecnica e l'aggiornamento scientifico, e per il 40,9% la disponibilità e la reperibilità anche grazie all'utilizzo delle nuove tecnologie.

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