Politica

Didier Reynders pone fine alla questione sul riconoscimento dei figli di coppie omogenitoriali

Scritto da vocealta

Dopo la bufera mediatica scatenata dal vicepresidente della Camera Fabio Rampelli sul riconoscimento all’anagrafe dei figli di coppie omosessuali, è intervenuto proprio il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders a far luce sul dibattito che ha tenuto occupata l’elite politica italiana nelle ultime settimane.

«Se due persone dello stesso sesso chiedono il riconoscimento, e cioè l’iscrizione all’anagrafe, di un bambino che spacciano per proprio figlio significa che questa maternità surrogata l’hanno fatta fuori dai confini nazionali», ha affermato Rampelli su La7, aprendo un’accesissima discussione che ha coinvolto tutti i partiti principali italiani.

Quest’ultima ha visto il suo apice con la partecipazione della segretaria del Pd Elly Schlein alla manifestazione di Milano delle Famiglie arcobaleno, promettendo di portare una legge in Parlamento per la trascrizione automatica all’anagrafe dei figli delle coppie omogenitoriali.

Per placare questa bufera che ha inondato in Italia la maggior parte delle trasmissioni televisive che trattano di politica, il commissario europeo per la giustizia Didier Reynders ha risposto a un’interrogazione sui diritti delle famiglie arcobaleno promossa dagli eurodeputati del Movimento 5 Stelle.

«In linea con la strategia per l’uguaglianza delle persone LGBTIQ 2020-2025, la Commissione è in continuo dialogo con gli Stati membri riguardo all’attuazione delle sentenze della Corte di giustizia dell’Unione europea e ciò comprende anche l’obbligo per gli Stati membri di riconoscere i figli di genitori dello stesso sesso, ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’Ue», chiarisce Reynders.

Tiziana Beghin, capo delegazione del Movimento 5 Stelle al Parlamento europeo, commenta la dichiarazione di Bruxelles con l’obiettivo di porre «fine alle inutili e dannose polemiche di questi giorni sul caso del riconoscimento e dei diritti dei figli di coppie omogenitoriali».

Infatti, ricorda l’eurodeputata, che «è obbligatorio per gli Stati membri ‘riconoscere la filiazione di un minore con genitori dello stesso sesso ai fini dell’esercizio dei diritti conferiti dall’UE’. Sono parole chiare, inequivocabili, che non possono che andare nella direzione indicata dal Movimento 5 Stelle, nel rispetto dei diritti civili e del riconoscimento dei diritti dei figli delle coppie omogenitoriali».

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