Oggi si celebra il cosiddetto “click day” in Italia, con l’arrivo di 82.705 lavoratori extracomunitari previsti dal Decreto Flussi. Questo numero è superiore di circa 13.000 unità rispetto all’anno scorso e rappresenta le quote per il lavoro stagionale, principalmente nelle aziende agricole e nel settore turistico alberghiero. Tuttavia, secondo le maggiori organizzazioni agricole, come la Coldiretti e la Confagricoltura, questo numero non è sufficiente per soddisfare la richiesta di manodopera nelle campagne, che sarebbero necessari “almeno centomila giovani”.
La Coldiretti cita i dati del Dossier Statistico Immigrazione (Idos), affermando che in Italia un prodotto agricolo su quattro viene raccolto da mani straniere, con 358.000 lavoratori provenienti da 164 Paesi diversi. Non esiste attualmente una suddivisione delle quote di ingresso a livello territoriale, ma sulla base delle esperienze degli ultimi anni, le regioni in cui si concentreranno le richieste di ingresso sono le stesse in cui si concentrano le coltivazioni stagionali che richiedono un grande impegno di manodopera, come il Trentino per la raccolta delle mele, il Veneto per la raccolta degli ortaggi e delle fragole, il Friuli Venezia Giulia per la preparazione delle piantine di vite per i nuovi impianti e la Campania per la coltivazione del tabacco e del pomodoro destinato alla trasformazione industriale.
Secondo la Confagricoltura, circa il 70% dei lavoratori in agricoltura di origine extracomunitaria provengono dall’Africa, con Marocco, Tunisia, Senegal, Nigeria e Mali come Paesi di provenienza predominanti. Inoltre, è rilevante la quota di manodopera non comunitaria proveniente dall’Est Europa, in particolare dall’Albania e dalla Macedonia, e dall’Asia, con India e Pakistan.
Nonostante gli arrivi attesi quest’anno superino quelli dell’anno scorso, le organizzazioni agricole ritengono che non siano comunque sufficienti rispetto alla domanda di manodopera. Entrambe le organizzazioni chiedono una revisione del Decreto Flussi e una maggiore disponibilità di manodopera qualificata, in quanto si prevede un numero di domande superiore rispetto all’offerta.
Per il presidente della Coldiretti, Ettore Prandini, “è una necessità da affrontare con un decreto flussi aggiuntivo, previsto peraltro dalla legge”. Mentre per il presidente della Confagricoltura, Massimiliano Giansanti, “occorre almeno il triplo di manodopera disponibile e adeguatamente qualificata”.