Giovanni Toti è stato arrestato e condotto ai domiciliari. Il Presidente della regione Liguria, secondo l’ordinananza della procura di Genova, avrebbe: “svenduto la propria funzione e la propria attività in cambio di finanziamenti, abdicando in tal modo ai propri importanti doveri istituzionali”. Nel terremoto che ha sconvolto l’amministrazione ligure sono coinvolti anche l’ad di Iren, Paolo Emilio Signorini, l’imprenditore del porto Aldo Spinelli (con il figlio Roberto Spinelli) e Matteo Cozzani, capo di gabinetto di Toti, quest’ultimo in rapporti con il clan Cammarata di Cosa Nostra.
L’ordinanza cautelare arriva dopo quattro anni di indagine. Tutto avrebbe avuto origine nel 2020 all’alba del campagna elettorale che ha visto Toti confermato alla guida della regione. La procura di Genova delinea uno scenario di “allarmante abitualità e sistematicità” e di “meccanismo corruttivo perfettamente collaudato” nel quale il Governatore avrebbe, attraverso il suo comitato elettorale, raccolto 74 mila euro in cambio di “favori”.
«Il presidente Giovanni Toti al momento è sereno e convinto di poter spiegare tutto. La Regione continuerà a lavorare anche in sua assenza” sono queste le parole dette dell’avvocato del Governatore ai microfoni dei cronisti.
Dal governo suona forte la voce del Ministro della Giustizia Nordio che avanza un dubbio: “Mi è sembrato di capire che si tratta di fatti che risalgono ad alcuni anni fa e che l’inchiesta è nata tempo addietro. Ho esercitato 40 anni da pm e raramente ho chiesto provvedimenti di tutela cautelare dopo anni di indagini”.
