«Dal più grande gruppo bancario italiano arriva un grido di allarme sul superbonus 110% e dallo stesso alcune proposte utili. Mi auguro che il Governo li prenda seriamente in considerazione». Così Martina Nardi, presidente della Commissione Attività produttive della Camera, commenta l’incontro con i vertici di Banca Intesa Sanpaolo dopo le notizie di stampa sulle difficoltà del mondo bancario relative alla cedibilità del credito del bonus 110%.
«Per poter funzionare da qui al 2025 – spiega Nardi – il superbonus ha bisogno delle banche. Per questo è stato importante e utile ascoltare dal vivo, in un incontro allargato alla maggioranza parlamentare, la voce del più grande gruppo italiano, che ha fotografato una situazione di grande difficoltà anche a dispetto di alcune rassicurazioni arrivate dal Governo». Al confronto hanno partecipato per il Gruppo Intesa Sanpaolo Stefano Barrese, Responsabile Divisione Banca dei Territori, Anna Roscio, Responsabile Direzione Sales & Marketing Imprese, Fabrizio Molteni, Responsabile Fiscale, Emanuela Spina, Responsabile Ufficio Relazioni PA Centrale e Monitoraggio legislativo, e Antonio Caputo, Responsabile Relazioni Istituzionali Italia.
«L’incontro – continua Nardi – è stato molto utile perché ha dato una chiave di lettura importante per un possibile emendamento, e sarebbe ancora meglio, un testo del Governo che recepisca le segnalazioni sul possibile malfuzionamento o blocco del 110%. Sono emerse tre ipotesi, non alternative ma complementari, per superare l’impasse: la possibilità di avere un tempo di ritorno del credito più lungo, che non finisca in 4 anni ma arrivi a 10; il frazionamento dei crediti in essere; e infine la possibilità della quarta cessione, ai propri correntisti, senza aspettare la fine della terza. Sono proposte di buonsenso a cui ora bisogna dare concreta attuazione: per la tenuta del sistema bancario ma prima di tutto per i cittadini e le imprese che ricorrono al 110%».