Bollette, il Consiglio dei ministri non ha raggiunto un accordo sul “contributo solidarietà” destinato ai redditi sopra i 75mila euro per alleggerire gli aumenti dei costi delle utenze. I partiti hanno respinto la misura presentata dal premier Mario Draghi, quindi il Cdm è stato sospeso. Non si è raggiunta l’intesa nemmeno sull’impianto generale del taglio delle tasse.
Sono tanti i punti ancora da sciogliere: caro-bollette, decontribuzione, beneficiari del taglio Irpef e 8 miliardi sembrano essere troppo pochi per soddisfare tutti. Inoltre, l’incontro di ieri con i sindacati ha lasciato tutti insoddisfatti.
Il problema riguarda le modalità di destinazione degli 8 miliardi della riforma fiscale, di cui 7 miliardi sono stati già riservati al taglio Irpef attraverso la riforma che prevede gli scaglioni in quattro aliquote. Dall’incontro di ieri è emerso che l’85% della somma per il taglio delle tasse sarà destinata alle fasce di reddito sotto i 50mila euro.
Tra gli 8 miliardi stanziati per la riforma del fisco, però, si prevede di destinare 1 miliardo all’abolizione dell’Irap per ditte individuali, professionisti e startup. Il governo ha dato anche disponibilità ad aumentare la no tax area per i pensionati fino a 8.500 euro.
Il “contributo solidarietà” per cui i partiti hanno espresso perplessità sarebbe stato a carico di chi guadagna più di 75 mila euro. Favorevoli alla proposta sarebbero stati il Pd e Leu, al contrario di Movimento 5 stelle, centrodestra e Italia viva.
Se fosse stata confermata, la misura avrebbe abbracciato un’ampia platea di contribuenti, in base ai dati sulle dichiarazioni dei redditi sul sito del Mef ci sono circa un milione di contribuenti, pari al 2,43% del totale, nella fascia superiore ai 75 mila euro.
Non è comunque l’unico intervento al vaglio in tema fiscale. In discussione c’è anche un taglio dei contributi una tantum, nel 2022, concentrato sui lavoratori sotto i 35mila euro, attingendo dai risparmi ricavati dalla riforma di Irpef e Irap.
Per quanto riguarda il confronto di ieri fra governo e sindacati, aggiornatosi a questa mattina, prima del CdM di oggi pomeriggio, i sindacati si sono espressi in direzione dell’insufficienza delle risorse stanziate.
Si dicono insoddisfatti il leader della Cgil Maurizio Landini, che parla di somme insufficienti e conferma la prosecuzione della mobilitazione, insieme al leader della Uil Pierpaolo Bombardieri che ha preannunciato una risposta del sindacato: insoddisfatto delle misure per le fasce al di sotto dei 26mila euro e per l’assenza di misure su giovani e previdenza. Il leader della Cisl Luigi Sbarra ha accolto positivamente le misure illustrate al governo.