Un duro colpo all’organizzazione di Cosa Nostra è stato portato a termine questa mattina con un’operazione congiunta di Polizia, Carabinieri e Direzione investigativa antimafia. La Direzione distrettuale antimafia di Palermo ha infatti emesso un provvedimento di fermo per 22 persone. Secondo i magistrati, infatti, sarebbero tutti affiliati alle famiglie mafiose di Castelvetrano, Campobello di Mazara e Partanna, nella provincia di Trapani. Fra i sottoposti alla misura anche alcuni familiari del latitante Matteo Messina Denaro.
Del resto, uno dei criteri che il capomafia utilizza più ampiamente per scegliere i suoi uomini più fidati è proprio il legame di sangue, in un mondo in cui parentela e vincolo mafioso si confondono tra loro. A guidare le cosche, secondo gli inquirenti, ci sarebbe infatti Filippo Guttaduro, cognato di Messina Denaro, il fratello del boss Salvatore, un altro cognato, Vincenzo Panicola, e un cugino, Giovanni Filardo. Fra una sorella, Patrizia, e altri cugini, la lista non è breve. La considerazione che ne traggono gli investigatori è la conferma del persistente ruolo da protagonista di Matteo Messina Denaro all’interno di cosa nostra.
L’operazione è concentrata nella provincia di Trapani e mira a sgominare la rete che protegge il latitante e continua a conferirgli potere sul territorio. I reati ascritti agli indagati sono quelli di associazione mafiosa, estorsione, danneggiamento, detenzione di armi e intestazione fittizia di beni, ovviamente tutti aggravati dalle modalità mafiose.
L’indagine in corso coordinata dalla Dda di Palermo ha conseguito anche un altro obiettivo, quello di minare le fondamenta dell’intreccio che consentiva a Messina Denaro di guidare le operazioni delle cosche tramite i “pizzini”.